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Laggiù, nel Toscana.

Post n°144 pubblicato il 13 Novembre 2006 da Mule1968
 

C’è una terra, si trova circa nel centro dell’Italia, che mi è particolarmente cara (e non solo perché custodisce le mie radici e pasce il mio tabacco preferito): questa terra è “Il Toscana” (magari pronunciato all’americana: ToschEna). “La toscana” non rende l’idea, sembrerebbe una regione italiana; certamente non lo è.

Nel Toscana si concentrano, convergono e convivono, praticamente tutti quei fattori che, presi singolarmente sarebbero destabilizzanti per qualunque altra società, porterebbero al fallimento qualunque tipo di economia, alla rivoluzione qualunque altro popolo. Ogni volta che con la macchina si varcano le rive del magra, in realtà si attraversa uno stargate spazio-temporale, un ponte verso un’altra dimensione.

Il caso ha voluto che negli ultimi tre anni ivi io sia stato, più o meno, costretto nel compimento dell’estivo rito della VACANZA, ma quella della peggior specie: quella FAMILIARE!

Inizio così, con questo post, a puzzleare in episodi il bisogno di liberarmi di coteste accumulate esperienze, impossibile sarebbe in un unico organico discorso, sviscerare le mille contraddizioni, i mille contrasti.

 

Quale estatica, meravigliosa esperienza sto per descrivere! Prendete l’auto e, ovunque voi siate, recatevimmaginei a Cecina. Dopodiché programmate un giro in auto che vi conduca a Siena, passando per Volterra. Bello, eh? La terra degli etruschi che vi si apre davanti in uno snocciolarsi di curve e tornanti, strette vallate e salite e discese; le dolci colline, i filari di cipressi fino  a Volterra, dove vi attende una rampa di spettacolari tornanti, pochi chilometri che vi terranno per quasi mezzora in estatica contemplazione delle valli circostanti. Dopo Volterra le colline che vi attendono le avete già viste centinaia di volte sui dipinti di Paolo Uccello; la strada sempre più stretta si contorce su e giù in spericolati e tortuosi saliscendi, quasi a non voler procedere per meglio permettervi di godere del fantastico paesaggio. Solo gli ultimi chilometri sarete costretti a percorrerli in un tratto autostradale, ma tranquilli! Non è un’autostrada per davvero, si và al massimo a 90. Un’ottantina di chilometri sui quali avete trascorso quattro delle più belle ore della vostra vita…

 

Immaginate ora di essere un padroncino, avete caricato a Cecina che so, ananas in scatola; dovete portarlo a Volterra e a Siena. C’è un’alternativa autostradale, ma sono oltre 180 kilometri e costano circa 20 euro e, comunque, non passano da Volterra. Vabbè 40 a Volterra e 40 fino a Siena, che sarà mai…immagine

Dopo aver messo la terza solo una volta nei primi 10 kilometri siete fermi per venti minuti al terzo cantiere di allargamento della piccola nazionale. Fortuna che un bellissimo cipresso si offre volontario a nascondervi mentre svuotate dalla prima bile la vostra vescica. Mentre siete fermo dietro a due autobotti che, salendo le rampe di Volterra, sono costrette a fermarsi e a fare manovra ad ogni tornante,  state ragionando sulla maledetta vis comunale che i toscani (gli indigeni abitanti del Toscana) continuano a conservare gelosamente da oltre cinquecento anni, così da trovarsi frazionati in mille province piccolissime e poverissime, senza i fondi per la manutenzione strade. Ma è dopo Volterra che la bile raggiunge il cervello; in coda a venti all’ora dietro a 7 auto di turisti rincoglioniti che guardano il paesaggio, avete già accumulato un’ora e mezza di ritardo e cominciate a vaneggiare sul fatto che l’economia regionale, fondata sul turismo e sul latifondo di cooperative e di  pochi signorotti feudali che hanno abbracciato integralmente (e ci mancherebbe…) le filosofie comuniste del loro popolo, continuando così  a tenere a giogo contadini ed operai, non vuole che i collegamenti siano efficienti, perché la gente che si sposta di frequente è di mentalità aperta, a rischio cultura, e se la gente si accultura, potrebbe anche capire che qualcosa non va come dovrebbe andare. Tanto i bischeri i soldi nel Toscana li portano ugualmente…In un folle motto di rabbia arrivate addirittura a teorizzare che qualche amministratore comunale o provinciale, non metta al primo posto le infrastrutture, per destinare i fondi a “piani quinquennali comintern” per riassestare le acque, occasionalmente nel territorio dei Conti Tal dei Tali… Ma sono pensieri pazzeschi e, finalmente, dopo 3 ore e mezza dovremmo essere arrivati all’autostrada, non la troveremo, no, semplicemente perché ci aspettiamo una autostrada e quindi, prima di entrare su quella superstrada con spartitraffico, faremo ancora qualche giro con la cartina in mano, senza la forza di disperarci oltre.

Ah, dimenticavo, a Siena, doveste mai capitarci, non ordinate ananas al ristorante. E’ carissimo!

 
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