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''Vivere'' Vs ''Condividere''


Le nostre vite così uniche, irripetibili e speciali. Ogni vita è una storia esclusiva densa di avvenimenti, episodi emozionanti e gioiosi che si alternano ad altri tristi, malinconici o noiosi, cambiamenti, lotte, sfide, e rischi. Ogni vita può essere fonte di ispirazione per chi come me narra storie e si ciba di esse per creare, esprimersi, sentirsi vivo. Spesso le mie storie trovano un incipit creativo in una conversazione in treno, in un dialogo distratto scambiato nel luogo più comune di questo mondo, nella confidenza di un amico caro. Sono costantemente alla ricerca di storie da raccontare. Sono un'esploratrice dell'animo umano. Devo soddisfare la mia fame di vita e devo abbeverarmi dalla fonte della curiosità e della novità.Sartre nel suo romanzo ''La Nausea'' sosteneva che le vite hanno un senso quando meritano di essere raccontate. Grazie alle storie, la vita di un uomo si trasforma in una sorta di ''avventura straordinaria''. Mentre si vive sembra non accada nulla; i giorni si ripetono senza sosta ma...è narrare essi che ci fa cambiare la prospettiva con la quale siamo abituati ad analizzarli. I giorni narrati nelle storie diventano Speciali, si liberano dal grigiore e dalla monotonia per diventare Avventure, Imprese eclatanti che non puoi fare a meno di divulgare e condividere con gli altri.Oggi è cambiato il modo di raccontare la propria vita. I social media ci consentono di condividere con i nostri conoscenti e ''pseudo amici'' qualsiasi pensiero ci passa per la mente, la foto del pranzo domenicale a casa di nonna, i preparativi per la vacanza dei propri sogni, il reportage del soundcheck della propria band, il vestito indossato alla laurea della propria collega. Con i social scatta la sfida a chi condivide più cavolate e frivolezze. Se Sartre avesse vissuto quest'epoca, non avrebbe scritto il romanzo ''La Nausea'' ma ''Il Vomito'' (forse ci penserò io!!). Avrebbe scelto la strada  della Misantropia a vita.Quanto squallore e stupidità emerge dai sociale. Tutti si sentono autorizzati a mostrare agli altri il proprio lato migliore. Ci si sente in vetrina lì pronti a mostrare la merce più appetibile per raccogliere consensi e approvazioni. Nei social il senso della propria esistenza dipende da quanti followers e commenti si riesce ad elemosinare e racimolare.Quanta omertà, quanto squallore e scontatezza! Mentre si vive si pensa a cosa scrivere come ''status''  sulla propria bacheca. Si va ad un concerto e si è lì pronti a fare foto e condividerle in tempo reale. Si è assaliti da una sorta di frenesia del condividere il più presto possibile ciò che si crede di vivere. In realtà non si sta vivendo affatto il momento. Per vivere davvero bisognerebbe calarsi a pieno nella dimensione del ''qui'' e ''ora'', sintonizzarci alle proprie emozioni ed esserci in quello che facciamo.Spegniamo ogni tanto i nostri smartphone, quando non ci serve disattiviamo la modalità ''connessione dati'' per connetterci davvero al mondo che ci circonda, per guardare negli occhi il nostro interlocutore e ascoltarlo, per godere della bellezza di un paesaggio che si mostra al nostro sguardo, per ascoltare un brano musicale in pieno relax...per vivere davvero il momento e non condividerlo.....