LA CITTA'DELL'UGUALE

COMUNITA' ZAPATISTE (terza parte)


In solidarietá con il movimento zapatistaDal 20 al 29 luglio a Oventic, Morelia e La Realidad, tre località del Chiapas,  si sono svolte le tre tappe dell’Incontro fra gli zapatisti e i popoli del mondo. Gli indigeni si sono dimostrati capaci e fieri di accogliere connazionali e stranieri di tutti i paesi. Traguardi e difficoltá dell’autonomia zapatista
«La solidarietà internazionale è stata fondamentale nella lotta intrapresa dal movimento zapatista. Senza l’appoggio delle organizzazioni di tanti popoli del mondo, le comunità zapatiste probabilmente non avrebbero resistito agli attacchi del governo statale e federale. Questo Incontro mira a ottenere il riconoscimento a livello internazionale dell’autonomia dei municipi zapatisti creati nel 2003, a prescindere dal fatto che il governo ufficiale riconosca la nostra libertà di autodeterminazione» afferma Pablo, membro della Giunta del Buon Governo di Morelia, autoritá massima del villaggio, seconda sede dell’Incontro.
Gli zapatisti attraverso il meeting internazionale, inoltre, sostiene Pablo, si sono posti come obiettivo di portare a conoscenza del mondo la concreta struttura delle proprie comunità, spesso all’ombra della figura del Subcomandante Marcos. Questa volta i protagonisti dell’Incontro sono stati gli stessi indigeni, al centro dell’attenzione vi è stata l’organizzazione sociale e politica dei villaggi, la vita quotidiana dei loro abitanti, le difficoltá e le mete raggiunte in tredici anni di lotta contro il governo ufficiale e quattro di costruzione dei Municipi autonomi, detti «Caracoles» (chiocciole).
Era infatti percepibile tutto l’impegno messo dai zapatisti nell’organizzazione accurata dell’Incontro, tutto era stato diligentemente programmato e scandito a ritmi militari. Sebbene lo svolgimento del meeting richiedesse ovviamente un investimento di tempo e denaro degli zapatisti, non era richiesta una contribuzione ma solamente il pagamento di 1 Peso messicano simbolico (7 centesimi di euro) al momento della registrazione per entrare nel villaggio in cui si svolgeva l’Incontro.
Solidarietà con il popolo zapatista è stata la parola chiave dell’Incontro, però come esprimerla? il Tenente Colonello Moises dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) ha ricordato come mezzo, il finanziamento del movimento zapatista. Tuttavia la ricerca di fondi fra i turisti “alternativi” provenienti dai paesi ricchi non è parso essere l’obiettivo dell’Incontro, essendo state registrate ben 2.335 persone di 43 paesi diversi. L’unica incongruenza alla logica dell’orizzontalità e della concertazione è consistita nell’imposizione di un prezzo per il trasporto fra le tre sedi dell’Incontro ben piú alto di quello del trasporto pubblico. Tale operazione mascherata era quindi finalizzata a ottenere un introito per le comunità zapatiste, calpestando la libertà di scelta della contribuzione da parte dei partecipanti.
Le esposizioni che si sono tenute durante le giornate dell'Incontro in assemblea plenaria si concentrarono sui seguenti temi: salute, istruzione, giustizia, parità uomo-donna, organizzazione delle comunità, lavoro collettivo, ruolo dell’autorità. Bisogna comunque rilevare che furono trattati nelle tre sedi dell’Incontro gli stessi argomenti e in forma molto simile, ciò generando un’inevitabile ripetizione.
Per quanto riguarda la salute le comunità hanno dimostrato raggiungere una rilevante indipendenza dalle strutture statali, costruendo centri di salute in ogni villaggio, cliniche nei diversi municipi, concentrando l’attenzione sulla prevenzione delle malattie, utilizzando i rimedi della tradizionale medicina maya fondata sulla cura integrale del paziente, ricevendo corsi di formazione da medici volontari provenienti da tutto il mondo. Il tallone d’Achille del sistema sanitario zapatista rimane la chirurgia, per la quale si deve ricorrere agli ospedali statali delle cittá vicine.
Notevoli traguardi sono stati raggiunti per quanto riguarda l’emancipazione della donna indigena, le donne infatti adesso sono perfino comandanti dell’EZLN, membri della Giunta di Governo e oratrici nelle esposizioni, quando le si compara con l’immagine delle donne agli albori del movimento zapatista. In passato nel nucleo familiare le donne indigene non avevano capacità decisionale, non partecipavano alla vita politica, non gestivano proprie attivitá redditizie e dimostravano un atteggiamento realmente sottomesso. Cosí tuttora appaiono molte donne indigene del Chiapas al di fuori delle comunità zapatiste.
L’integrazione fra zapatista indigeno e ospite messicano o di qualsiasi paese del mondo è risultata ben difficile, i due mondi rimasero separati nettamente anche a causa di disposizioni e regole definite dagli stessi organizzatori. I dormitori e i luoghi di accampamento di zapatisti e non zapatisti erano distinti, ma i servizi di ristorazione erano gli stessi per tutti. La lingua è stata anche una grande barriera, in quanto la maggior parte degli adulti non si esprimeva bene in castigliano, ciò che invece non valeva per i bambini. Al contrario di ciò che avvenne nel Primo Incontro nel gennaio del 2007, durante le esposizioni nell’assemblea plenaria i protagonisti erano gli stessi indigeni, i promotori dell’educazione, della salute, i comandanti, le donne integranti i collettivi per la loro emancipazione, coloro che svolgevano concretamente le attività esplicate, non dei relatori di queste. Ciò che mancava era sicuramente l’interazione con il pubblico straniero, costretto a porre domande scritte e senza capacità di controbattere la risposta data dai relatori spesso incompleta o non pertinente.
La vigilenza svolta dall’EZLN a Morelia risultò ben maggiore di quella ad Oventic, il filo spinato correva intorno alla zona occupata dai partecipanti all’Incontro in entrambe le sedi, ma i soldati zapatisti erano ben piú numerosi ed all’erta a Morelia. Ciò si spiega a causa della presenza nelle comunità limitrofe dell’Organizzazione per la Difesa dei Diritti degli Indigeni e dei Contadini (OPPDIC), un gruppo paramilitare composto da indigeni e finanziato dal governo statale e federale che mira all’occupazione delle terre liberate dal movimento zapatista. Frequenti minacce sono state ricevute nell’ultimo anno, ma Pablo, nascosto sotto il suo passamontagna, afferma che la comunità zapatista non ha mai risposto con rappresaglie, poiché «La nostra arma è la parola».