Il muro

VERGOGNA !!!!!!


Ci avevano detto di rimanere calmi, che poi sarebbe stata fatta giustizia. Questo ci dissero i benpensanti e le istituzioni, l'11 novembre del 2007, quando un agente di Polizia ammazzò un ultras con un colpo di pistola. Ma noi, che questo Stato purtroppo lo conosciamo, immaginavamo già come sarebbero andate le cose. Per questo, oltre al dispiacere per la morte di un giovane con le nostre stesse passioni, c'era tanta rabbia, quella di chi sa che la "giustizia uguale per tutti" è solo un modo di dire, un gioco di prestigio in uno Stato da baraccone. Scrivevamo, proprio quel giorno: "La giustizia farà il suo corso (ma ci crediamo davvero?)." Non ci credevamo, e abbiamo fatto bene a non illuderci. I testimoni oculari non sono bastati. Né a far arrestare l'omicida (che in galera non c'è mai andato), né a farlo condannare per omicidio volontario. Le testimonianze ci hanno detto che il poliziotto distese le braccia con la pistola in pugno, divaricò le gambe, e prese a lungo la mira. Dopodiché sparò, trapassando il finestrino posteriore dell'auto su cui era seduto, assolutamente inerme, Gabriele Sandri. Qualcuno ha parlato di proiettile deviato. Come se il poliziotto Spaccarotella volesse sparare da qualche altre parte. Ma dove? A chi? Ma soprattutto: chi spara volontariamente (e ad altezza uomo) da un autogrill all'altro e ammazza una persona, commette un omicidio volontario. E ancora: l'agente non poteva sparare, non aveva alcun motivo che lo autorizzasse a farlo. "Adesso me l'hanno ammazzato una seconda volta" ha dichiarato impotente la madre di Gabriele Sandri, dopo aver ascoltato la sentenza. "Non sono bastati cinque testimoni a dire cosa ha fatto Spaccarotella. Evidentemente la divisa paga", ha commentato ferito ed amareggiato il padre. Chi riceve poteri dalla collettività dovrebbe avere particolari qualità, soprattutto morali. La divisa dovrebbe essere simbolo e garanzia di giustizia, e non uno scudo contro di essa, o un privilegio per aggirarla. I tribunali dovrebbero garantire una legge uguale per tutti, senza nessuno più "uguale" degli altri. Se manca tutto questo, manca lo Stato. Rimane solo un sistema, gestito da poteri che operano per mantenersi. Quelli che invocano la "tolleranza zero" e i "giri di vite", ma solo per gli altri. Tre anni ad un disperato che ruba un pacchetto di wafer da 1,29 euro perché ha fame (da subito agli arresti domiciliari); sei anni ad un poliziotto che assassina un ragazzo (e rimane in libertà). Inasprimento delle pene e nuovi strumenti repressivi contro la base, depenalizzazioni e blocco degli strumenti investigativi per i reati di chi è al vertice o al suo servizio. Si diffidano e si arrestano ultras per aver esposto striscioni non violenti, per aver sventolato bandiere, per aver acceso torce luminose, per aver fatto scritte a bomboletta. C'è chi continua a pagare, ed è finito in carcere, per aver manifestato in corteo per Gabriele Sandri, o per aver rotto un vetro a Bergamo. E poi, invece, si lascia in libertà un poliziotto reo di omicidio. Non c'è morale in tutto questo, non c'è giustizia e non c'è Stato. GIUSTIZIA!                                                                                                   Boys Parma 1977