Museo del fango

ALESSANDRA BOTTARI


TEMA L'uomo davanti alla forza della natura può diventare piccolo e indifeso. Scrivi se, secondo te, sia possibile trovare strategie che portino al benessere di tutti. In questi giorni sentiamo parlare nei vari telegiornali e su tutti i giornali, di un tragico fatto che ha colpito le province di Messina e in particolare quelle di Scaletta e Giampilieri: la disastrosa alluvione. Da abitante di Giampilieri provo a raccontare la situazione. Intanto c'è da dire che era una cosa già avvenuta due anni prima, nel 2007, certo non fu grave come quella di quest'anno ma, ovviamente, bisognava prendere delle misure di sicurezza efficaci. Come tante persone, posso ritenermi miracolata perché, fortunatamente, io sono viva e la mia famiglia sta bene. Purtroppo però molti cari amici oggi non ci sono più. Tutto è iniziato con qualche tuono o lampo e una leggera pioggerellina che man mao si è fatta più fitta fino a diventare fortissima. Io che abito nella parte più nuova del paese di Giampilieri Superiore, ho cominciato a vedere la collina di fronte alla mia casa che franava, e il fiume vicino ad essa che si ingrossava sempre di più e con quelle onde terrificanti piene di fango metteva molta paura. Non potevamo immaginare quello che stava accadendo in paese. Nessuno se lo sarebbe mai aspettato. Lì c'era l'inferno. Scene apocalittiche, pianti, urla. Questo era quello che si sentiva nella parte interna del paese. Nel frattempo mi arrivavano messaggi da una mia amica che mi diceva che questa volta non era come quello che era successo nel 2007, stavolta era qualcosa di più: un intero paese distrutto e tanti, troppi morti. Il giorno dopo ci siamo accorti che la situazione era davvero grave per come si temeva: intere case trascinate via dal fango caduto dalla collina che, con moltissima violenza, andava sempre più impetuoso per tutto il paese. Oggi ci ritroviamo qui dicendo che era una cosa che si poteva "prevedere" ma preferisco non pensarla così perché mi fa più male considerare il fatto che molte persone, se lo Stato avesse preso misure di sicurezza, ora sarebbero qui. Sentiamo dire anche che è colpa delle case "abusive", secondo lo Stato, che sono state costruite sulle rive del fiume. Invece non è proprio così perché quelle case che sono state costruite, perlomeno a Giampilieri, hanno tutte l'autorizzazione. Sicuramente, la montagna non ha resistito perché è poco coltivata e, quel poco di verde che c'è , viene incendiato da persone incivili durante i periodi estivi. Quindi non credo proprio che le montagne crollino perché ci sono case "abusive". L'altro giorno, pensando, mi sono venute in mente un sacco di domande: Firenze e Venezia non sono forse costruite sulle rive dei fiumi? Oppure Roma non è piena di case sul Tevere? E se quello che è successo qui a Messina succedesse lì, darebbero la colpa alle case "abusive". Purtroppo a queste domande non riesco a dare una risposta ma so soltanto che se quello che è successo qui fosse successo a Milano, sicuramente tutta l'Italia e non solo si sarebbe mossa per dare una mano di aiuto. Mi sembra un'ingiustizia e penso come mai per Messina neanche un numero sul quale poter donare qualche soldo mentre ci mobilitiamo anche per il terremoto in Indonesia? E la cosa che mi fa più rabbia è che nessuno se ne rende conto. Ora siamo famosi solo per questo, per le case "abusive" e non per la bellezza della nostra terra. Secondo me è possibile trovare strategie che portino al benessere di tutti: intanto, come ho già detto, si dovrebbero prendere misure di sicurezza efficaci e si dovrebbe evitare di incendiare le coltivazioni. Giampilieri, 12 ottobre 2009                                                                                            Martina Basile e Alessandra Bottari