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La ricetta di Franceschini: tassare i ricchi


Il segretario del Pd, Dario Franceschini, ha avuto un’idea brillante. Peraltro piuttosto in voga di questi tempi. Tassiamo i ricchi. Il termine è più soft: contributo di solidarietà per coloro che hanno un reddito superiore ai 120mila euro. Il ricavato sarebbe destinato alle fasce più deboli. Si tratta di una stupidaggine incredibile, ma piuttosto diffusa.Il fascino perverso delle imposte è una delle prerogative della sinistra. La Lega, spesso incerta tra la sua anima libertaria e la sua vocazione popolare, non si dice del tutto contraria. Un ex ministro del Tesoro, Tommaso Padoa-Schioppa, aveva teorizzato che «le tasse sono belle». Romano Prodi solo recentemente ha riportato in auge il tema. Mentre la Cgil aveva lanciato lo slogan, solo poche settimane fa, dagli studi di Domenica in. «Anche i ricchi piangano» diceva Rifondazione nei suoi manifesti e persino il fascinoso, inattaccabile (se non dal Giornale) Barack Obama ci ha appena detto che farà la riforma sanitaria portando le tasse sugli americani che guadagnano più di 200mila dollari al 39,5 per cento. Insomma il «vicedisastro» come Franceschini è stato soprannominato dal giovane Obama di Firenze (Matteo Renzi) non sbaglia un colpo: se c’è da prendere una posizione economicamente dissennata, lui è velocissimo e non se la fa sfuggire. Anche il governo Berlusconi ha le sue colpe. Il suo ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, si è inventato la Robin Tax: tassa a ricchi petrolieri e ricchi banchieri.     Fonte: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=335295