Bellezza e squallore

Il destino. 4 Maggio 1949.


Io sono il destino,  puoi dir tutto di me,dipende da come mi comporto con te.Ti plasmo, ti illudo con sorriso beffardo, ti guardo maligno e sono un bastardo.Ti premio, anche senza tuo merito alcuno,ti rendo importante, mentre sei un nessuno.A te dono tutto, agli altri mai niente,allora mi dici generoso e clemente.Son quello che fece, un giorno di primavera,ritornare l'inverno, con furiosa maniera.Son io che ho deciso chi c'era o non c'era,son io che ho distrutto la Squadra più vera.Li mandai a giocare, lontano da casa,un bel viaggio premio, per chi meritava.Me li presi tutti, ed eran trentuno,a quell'ultimo appello non mancava nessuno.Eran tutti felici su quel trimotoretornavano a casa, i ragazzi del Cuore.Avevan vinto tutto con dignità e onore,le invincibili maglie dal Granata colore.In fondo, li ammiravo ma, mi avevan sfidato!Più forti di tutti!  Ma…. pure del fato?Non potevo più, così sopportarein qualche maniera li dovevo fermare.Sarei stato il primo ad averli sconfitti,in un giorno di Maggio, li avrei  presi tutti.Tra fulmini e tuoni, in una notte precoce,persi, contro la nebbia, in maniera veloce.Un boato, uno schianto, contro quel muraglione-E tu che oggi li pensi, con in gola il magone,maledirai tutto, me compreso;….. il destinol'unico al mondo che sconfisse il Torino.Ma ora mi pento, forse ho vinto per niente,li ho sconfitti una volta, Loro han vinto per sempre.Mi sentivo il più forte, ma non avevo capitoche sarei stato vinto dalla Squadra del mito.