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Un'atroce sconfitta.

Post n°169 pubblicato il 07 Maggio 2009 da lontano.lontano

 Non sono un vincente, per natura, per indole, o per sorte, non mi piacciono neppure i vincenti a prescindere e i fortunati in genere.
Sono un “Paperino” e non un “Topolino”, tifo per chi normalmente perde e mi interessa poco vincere, ci son però delle sfide nelle quali voglio farlo ad ogni costo, contro tutto e contro tutti, quelle che veramente contano, quelle in cui ci si gioca l’esistenza.
Mi batto con poche armi contro nemici agguerriti e crudeli, che son cento, mille volte più forti di me, ma cento, mille volte più deboli della mia voglia di arrendermi.
Ma una volta son stato sconfitto, amaramente battuto, umiliato nella mia incapacità, il non vincente si è palesato in tutta la sua fragilità.
Ho persa così una persona cara alla quale non son riuscito a dare l’energia vitale, la carica delle parole e la forza per farlo sognare, non sono in grado di poter fare altro, di fare ciò che vorrei fare.
Ci ho sempre creduto e ho sempre sperato fino in fondo, ma forse con meno convinzione perché la realtà che i miei occhi vedevano era più forte persino dei miei sogni ma senz’altro più forte dei suoi.
Non saprò mai se mi avrà creduto, se mi dicesse di si solo per farmi contento o per darmi l’illusione, quale anestetico per il mio dolore, e se ha finto per me, è stato il più grande gesto d’affetto che potesse manifestarmi.
E’ stata un’atroce sconfitta per me, la mia mano che ha sfiorato guardandomi dolcemente in un addio frettoloso, la mia incapacità di trattenerlo di non farlo andar via, la mia voce che non è servita a risvegliarlo, son legnate pesanti sul cuore, che dovrò usare per prendermi una rivincita, per combattere ancor più alacremente, per non arrendermi mai e per vincere contro tutto e tutti, anche contro il destino, anche contro la morte se è il caso.

 
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albatros64m
albatros64m il 21/05/09 alle 19:54 via WEB
Quando mio padre ci ha lasciati qualcuno teneva la sua mano, io ero ancora troppo giovane per capire il vero significato di ciò che stava accadendo e la paura mi portava a stare distante da quel dolore ma non perdonerò mai a me stessa di non aver tenuto io quella mano. La mamma è andata via solo quattro anni fà dopo quindici anni di sofferenze vissute accanto a me. Anni di dolore ma anche di tanto amore donatole con il cuore . Le sono stata accanto anche nelle ultime 48 ore di coma sfiorando le sue mani, il suo viso ed i suoi capelli e sussurrandole un brano che le cantava sempre papà: "parlami d'amore Mariù".Ho provato ad accompagnarla nel suo viaggio di addio con tranquillità. Lei si chiamava Maria e papà Vincenzo. Si erano conosciuti durante la guerra e subito innamorati e con il loro amore sono riusciti a vincere. Io invece ho perso in entrambi le mie battaglie; volevo, con tutte le mie forze, che restassero con me.Ho perso anche nella più grande e con un dolore che resta nell'anima per sempre. Io credo che entrambi siamo riusciti a dar loro serenità e amore. Conosco quel senso di impotenza, sempre più forte, che penetra nell'anima quando ormai tutto ti sfugge, già deciso da una forza più grande di noi e incomprensibile per la nostra mente ma non potevamo fare di più. Ma ricorda: ha sfiorato la tua mano e ti ha guardato, non sentirti sconfitto! E comunque l'essere stato sconfitto non vuol dire essersi arreso; Tu non ti sei mai arreso, è questo che vale!!! Sei stato battuto ma non umiliato perchè eri là accanto alla persona a te cara e orgolioso di esserne parte importante, di lei e della sua vita. Umiliato è colui che non c'è, colui che fugge davanti al dolore, incapace di dare anche una piccola parte di ciò che hai dato tu.Ricorda sempre che hai qualcosa che ti tiene vicino a lei, che ti ha lasciato nel cuore; qualcosa che ti conduce a lei, come se ti fosse ancora accanto e lo è. Tu parli di legnate pesanti sul cuore e dici bene, ma parli anche di rivincita e questo già è accaduto e lo sai bene. Si può vincere anche contro il destino e contro la morte in alcuni casi....e sentire gioia e felicità nella realtà....non solo nei sogni.
 
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