AKI

BENVENUTA AKI....(con le parole della mia mamma bipede)


Mi vestivo lentamente, con gli occhi ancora chiusi e il pensiero proiettato al momento, ancora lontanissimo, in cui sarei tornata finalmente a casa....mi toccava lavorare di sabato, e da sola, mentre il mio capo si godeva la sua BARCA A VELA e le passeggiate all'aperto con la famiglia.Non sapevo che da lì a poco tutta la rabbia sarebbe svanita, e che tornando a casa, all'ora di pranzo, avrei portato con me un fagottino pieno di sentimenti, nero e sottopeso, che avrebbe cambiato la vita a me e a chi mi sta intorno.Ero nel parcheggio di un ospedale (uno di quei parcheggi esterni, polverosi e caldissimi nel mese di settembre). Chiacchieravo con un collega, quando venimmo interrotti dalle sgommate di un'automobile, che a tutta velocità abbandonava il parcheggio ...Ci stropicciammo gli occhi annebbiati dalla polvere alzata dal maldestro guidatore, alcune signore inveirono contro di lui, che ci guardò con aria di sufficienza e sparì.Quel ragazzo che credevamo stesse giocando con l'automobile, in realtà aveva appena compiuto un gesto criminale..Da un cespuglio di more sentimmo uggiolare, e la mia piccola immensa gioia ci venne incontro. Due mesi, due chili, e due occhi grandi e pieni di paura. Mi avvicinai e lei, anche se con estremo timore, si fece prendere in braccio, e mise il suo muso attaccato alla mia guancia….Fu subito amore e nonostante la casa di dimensioni essenziali e gli orari di lavoro atipici, decidemmo che quel cuore impaurito non poteva essere spezzato di nuovo. La portai a casa, e il viaggio in macchina fu un pianto continuo, il pianto di un cucciolo al quale hanno tolto l'affetto della mamma.Appena entrata in casa, andò a nascondersi in un angolino piccolo piccolo, che ancora oggi è il suo posto preferito.Non è stato facile farle passare la paura di noi, e ancora non siamo riusciti a farle passare la paura del mondo, quella paura che ognuno di noi avrebbe se fosse nel suo pelo….Le persone la terrorizzano, ma noi non ci arrendiamo. Ci stiamo impegnando, e stiamo imparando ogni giorno di più cosa significa vedere con gli occhi dell’innocenza…Abbiamo poi conosciuto un uomo, tramite conoscenze che abbiamo nella zona in cui l’ho trovata, che ci ha raccontato la storia della nostra Aki. E’ cresciuta per la strada, con la mamma che è morta di stenti, per allattare lei e la sorellina. Lui (il signore che ci ha raccontato la storia), l’ha presa dalla strada e l’ha affidata a quel ragazzo, che probabilmente ha deciso di abbandonarla perché un cane fobico non è divertente, perché un cane fobico va capito a fondo, e forse a lui non andava....anche se Aki forse non sarà mai una cagnolina socievolissima, continua ad insegnarci ogni giorno qualcosa …