MY REVENGE

Post N° 37


La parola "stress"  fa ormai parte delle nostre conversazioni quotidiane,del linguaggio corrente.Spesso non ci chiediamo neppure cosa nasconda questo termine e lo usiamo con disattenta disinvoltura.Sul fenomeno,considerato da molti il "disturbo del secolo", medici,psicologi e psicoterapeuti si confrontano quotidianamente e diverse formazioni si occupano della "gestione dello stress".Il termine "stress"  fu usato per la prima volta da Hans Selye nel 1936,indica l'attivazione di reazioni fisiologiche indispensabili all'adattamento del nostro organismo.Lo stress quindi,costituisce il nucleo energetico fondamentale in ogni attività di adattamento e,come sostiene Darwin,gli individui che sono sopravvissuti non sono più forti o più intelligenti,ma quelli che hanno saputo meglio adattarsi.Nella nostra cultura occidentale le ricadute negative di una carente gestione dello stress sono notevoli: si calcola che tra il 60 e il 90% dei disturbi siano psicosomatici e direttamente o indirettamente legati a stress e depressioni (stress molto forti e traumatici come la morte di un figlio,possono scaturire depressioni maggiori e,nelle peggiori ipotesi,anche psicosi di vario genere) .Le reazioni comportamentali più comuni sono: la fuga, (intesa come ritiro dall'azione)  il combattimento, (inteso come aggressività impositiva)  l'inibizione e lo stand-by.Mini stress ripetuti sono più destabilizzanti di uno maggiore,circoscritto e ben definito: soprattutto in assenza di un controllo della situazione scatenante.Lo status sociale esercita non poca influenza sull'entità del fenomeno,così come l'integrazione all'ambiente: una scarsa o difficoltosa integrazione rende maggiormente vulnerabile e permeabile alle conseguenze negative dello stress.Lo stress non è uguale per tutti: ciò che per alcuni è del tutto insopportabile,per altri è uno stimolo a delle performances migliori.