nero come la notterosso come il sangue |
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MALATTIA
MALATTIA
Malattia, come morire
Sangue cerca sangue
Il mio gelido non scorre più
nel mio corpo
svegliarsi la notte
occhi feriti dal sole
pelle pallida che niente
potrà mai scaldare
occhi che riflettono
riflettono il vuoto di una vita
che non è più tale….
Morte non vita
Vita eterna ma quale
È l’inganno che non finisce mai.
AMARO
Tutto ciò che mi hai dato
Mi ha lasciato così,
con l’amaro in bocca.
Mi hai tradito
Come nessun’altro
Ha fatto mai.
Hai tolto la speranza
Alla mia vita.
Hai riempito le mie
Giornate di malessere
Quotidiano.
Sono ora mi accorgo
Di quanto piccolo tu sia.
Il tuo cuore arido
Mi fa pena.
Come pena mi fa
La tua inutile e vuota vita.
Non mi tocchi più...
« DECISIONE | SECONDA NOTTE - parte terza » |
Post n°17 pubblicato il 09 Settembre 2007 da miryamsisvegliaamezz
Un attimo di respiro, commetto un peccato, un peccato mortale…Abbracciare la morte e rifiutare la vita…Sola nel buio e nel freddo della mia prigione, lascio che i pensieri escano dalla mente e si arrotolino in lunghe spirali intorno a me. Mi abbraccio per trovare un po’ di conforto e un briciolo di quel calore che mi manca ogni attimo di più. Voglio alzarmi, scuotermi dal torpore che mi avvolge, ma ogni gesto è fatica; con grande sforzo mi sollevo dalla nuda pietra e il drappo di seta scura che mi avvolge, scivola dal mio corpo con un fruscio sommesso. Lasciando cadere le gambe nel vuoto, cerco di rialzarmi ma il mio corpo trema e ogni gesto è una lotta con me stessa. Finalmente riesco a stare in equilibrio sulle gambe e sempre tremando mi avvicino alle finestrelle per cercare di vedere fuori da questa gabbia… Dalle fessure intravedo il cielo nero, poche stelle e una luna rosso sangue appena sopra l’orizzonte crea contrasto alle tante croci che allineate sono il paesaggio che mi appare. Croci? Cimitero? Si, il cimitero che ho visto dal ponte…Lo stupore e lo sgomento lottano nella mia testa e spalancando gli occhi nel buio cerco di vedere oltre il bosco crociato. Sono prigioniera in un cimitero e quindi questa è una cripta? Si certamente… E la pietra sulla quale ho giaciuto è quasi sicuramente una tomba. Rabbrividisco dal ribrezzo e mentre la pelle mi si accappona l’orrore della mia condizione mi entra violentemente nell’anima. Luna rossa, rosso sangue… Dove mi sono cacciata? In quale guaio? Perché ho cercato di porre termine alla mia vita? Per cosa? Per uno stupido amore perduto? Ma la mia vita ha molto più valore…Sto cambiando un’esistenza con…con niente…E per cosa poi? Ma le mie gambe non mi reggono più e devo per forza trovare un appoggio e lentamente tornare a coricarmi sul mio schifoso giaciglio. Morte vieni, portami via… Scrollo la testa e le mie ultime lacrime scorrono calde sulle guance aride e fredde di un volto che non sento già più mio. Non posso più pensare…Ogni secondo, ogni minuto, ogni ora, mi avvicinano sempre più a quel destino che credevo di volere e che adesso rifiuto più d’ogni altra cosa. Mentre stanca mi addormento, sento nella veglia prima del sonno, che il mio signore entra e si lentamente si avvicina a me. Fruscio di abiti, odore di muschio…si ferma accanto al mio giaciglio e nel buio mi osserva senza parlare; non sento il suo respiro, non lo vedo, solo la sua presenza è reale accanto a me… |
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Ali nere nella notte
Oscurano la luna ed il cielo…
Forza immensa
Dalle pupille
Dalla voce
Che mi prese
L’anima….
QUELLO CHE RIMANE
I solchi che segnano
la mia pelle
se ne andranno presto.
Quelli che segnano
la mia anima
resteranno per sempre.
Quello che hanno sentito
le mie orecchie
sarà impresso
nella mia mente
per tutta la vita.