sbagliando

Post N° 6


  I cento filiSono qui a raccogliere intorno al dito i miei cento fili, intrecciarli per farne un ponte fra me ed il cielo. Credo che il mio primo filo sia nato dal mio primo sorriso. Io mi chiamo come la marea, il mio nome ha il sapore del mare e vorrei che qualcuno lo sentisse quel primitivo sorriso dato alla terra, il mio dare amore alla creatura chiamata madre. Mi sono corazzata per viaggiare meglio, sono come una mano tesa in attesa del calore della terra, al sapore della spiga fatta pane sul tavolo di ogni giorno, cotto al fuoco di un amore impensabile, mentre i  miei capelli si perdono in un velo ed il ventre di una sposa. Sono seduta ed ho in mano un diamante e ci gioco con il pensiero e con le dita. Ho visto la strada avanzare, lì dove corrono gli altri novantanove fili, come un verso lunghissimo di scelte da fare primo o poi. Non posso stare troppo ferma, perché il cuore poi perde colpi ed io divento troppo assennata, si fermerebbero troppo tempo i sogni in un solo punto. Un pensiero viaggia e si ferma accanto al ventesimo filo, che è la mia età ormai trascorsa. Il ventesimo filo è la ragione più profonda, quella in cui io sono donna, madre futura anche io di creatura di carne, profumo di rosa negli anni che si inarcano e passano come un rosario liso, nel sentire spirito e carnalità come coscienza nuova. Ho un infuso per pregare e chiedo venia per tutti i pezzi di cuore che ho avuto tra le mani, io mistero , io perdono. Il decimo filo, mi parlava come la corda di un violino del rifiuto di mio padre di portarmi al mare, sulla spiaggia. Non c’è tempo oggi, per andare così lontano, io non so costruire castelli di sabbia, so solo far scivolare qualche granello in una clessidra. Le uniche parole conosciute erano “ portami al mare”. Perché non capisci sconosciuto alla mia pelle che lì mi sento davvero donna, tra il sale e lo specchio dolce e amaro. Sono troppo ribelle, sono come un vino che tarda ad essere rosso dentro un calice. Troppo stanca di aspettare un qualsiasi sciocco da poter salutare con un bacio. Vorrei essere una sirena, vestirmi e rivestirmi di mare e pioggia, il colore delle stagioni, gli unici colori, la nudità oscena di una foglia di autunno tra i capelli. Sono seduta e penso con le mani ferme e sincere. Ho il coraggio di sentirmi ridicola e tutto diventa come una massa informe di polvere su di un mobile…Ho deciso prendo la mia valigia e penso al filo che  chiude il cerchio davvero, qualcuno che almeno una volta nella sua vita, ha riso di cuore di sé stesso…