sbagliando

Post N° 24


MIRAGGIOMiraggioEravamo giovani, quando eravamo ancora sconosciuti e ci giocavamo il destino nelle piccole cose, ci bastava vivere e sapere di essere così vicini da non perdersi. Ricordo i fragili momenti che condividevamo in un’incoscienza oscena, una mancanza assoluta di cattiveria, nessuna emozione falsa, tutto era vero come un pugno nello stomaco. Eravamo miseri e grandi di cuore. Un miraggio le due rive: noi due.  Mi sento sciocca e come un coccio di bottiglia mi adagio sulla strada. Ricordo come mi leggevi dentro ed io avevo una paura folle che tu capissi che mi tenevi chiusa nella tua mano, che riuscivi a dominare in un secondo la tempesta del mio cuore. Non sono mai stata docile, non ho mai saputo frenare il mio impulso vitale, non ho mai saputo stare ferma, ho sempre preferito andare avanti. Mi porgevi il bicchiere, il tuo, ogni volta che sapevi che ero lì per crollare come una torre di Babele. Strano, eri l’unico a togliermelo poco dopo per paura che mi ubriacassi. Mi guardavi negli occhi e ci leggevi tutto, ancora prima che io conoscessi qualsiasi sentimento che potesse nascere in me.  Era impossibile strare nello stesso spazio vitale senza sfiorarci anche solo per un istante. Ballavamo, ballavamo tutta la notte come due pazzi, non smettevamo mai di girare e non ci importava degli altri, eravamo un cerchio perfetto. Ricordi quando siamo caduti come due coriandoli leggeri sul pavimento freddo e mi hai detto mentre mi stringevi: “ Rimaniamo così per sempre noi due, ti prego” Mi sono rialzata di scatto e ti ho snobbato, perché mi sentivo incatenata a te, troppo per me che sono come un soffio di scirocco. Mi hai trattenuta mille volte per un braccio ed io mi scioglievo come se il pegno fosse troppo carico di dubbi ed io incerta fino alla nausea.  Giocavamo molto, eravamo due giocatori d’azzardo pericolosi, due funamboli smarriti da uno strambo sentimento. Non volevo allontanarti, volevo solo riprendere fiato dai miei errori e volevo che tu capissi, che sono come un lembo di seta che scivola tra le mani di un’ombra. Quando ci siamo svegliati dal sonno la vita ci aveva già imbruttiti, gli anni erano diventati rughe, qualcosa mi aveva avvelenato il cuore, un'aspide velenosa era diventata le mie labbra, le mie mani un cappio. Ero l'illusione perfetta, non hai avuto paura  mai di me. Avevo paura io per te ed  ho morso le mie labbra affinchè il veleno rimanesse mio, ti ho gridato, urlato di andare via, non avevi capito che ti amavo troppo per vederti morire tra le mie spire di miraggio.