sbagliando

Post N° 40


Il  viaggioLa mia sigaretta e la cenere, l’intrusioneL’ossuta incapacità, forse l’incomprensioneUna stazione, l’attesa e di nuovo le nuvoleLa panchina che si distende al tempoI fili d’erba e le case, un girotondo ai miei occhiI vicoli li sento nella mia memoriaNon lasciatevi sedurre dal ventoMeglio il fruscio di un violinoFermate le nuvole e rubateleNon importa come, rubatene il colore.Un viaggio è come un amicoTi attende, è la stessa distanzaTi abbraccia, ti rapisce, ti stordisceIl mondo in una pozzanghera, mi confondeFermatevi sul ciglio, ascoltate…la musica ha un corpo.