tra magia e mistero

Antropologia della morte part II


La morte ha una grande importanza nella mitologia popolare, nella letteratura, nelle arti figurative, e persino nei tarocchi. Viene rappresentata in genere come un sinistro mietitore (di presunto sesso femminile): uno scheletro coperto da un saio nero che impugna una falce.ALTRE IMMAGINI DELLA MORTEla morte con la benda: indica la scelta casuale e cieca della persona.la morte falciatrice di grano (erba e fiori): indica che colpisce indifferentemente giovani e vecchi.la morte cavalcante: nasce dall'apocalissela morte cacciatrice;la morte come giocatrice;la morte come becchino;la morte come cadavere;la morte che emerge dalle tombe.Finchè l'uomo si mantiene attivo e produttivo la relazione con la morte non è cosciente, tutta via ne siamo assoggettati perchè la morte è compagna della vita. Il progredire dellla vita è sempre un morire parziale e continuo. Per procedere in avanti rinunciamo ad una parte di essa. Ogni obbiettivo raggiunto è come una chiusura con una parte della nostra esistenza.L'uomo vive con la concretezza della morte, ma rimane sepre estraneo e matura l'idea irrazionale che non si verificherà visto che è assente e non si verificherà.Heidegger parte dal "si muore". Il "si" tranquillizza l'uomo perchè non lo riguarda direttamente, ma terzi. L'idea dalla quale si dovrebbe partire è: "io muoio"."ci compiaciamo di riposare nella società dei nostri simili: miserevoli come noi, impotenti come noi, essi non ci presteranno aiuto, si muore da soli"PascalLa Morte tocca la persona indipendentemente dal suo ruolo sociale. Essa pure essendo indivduale può essere considerata come una realtà socio-culturale.E' la fine irrevocabile dell'uomo. Così la Morte non è più un passaggio ad una nuova vita. Invece tutte le religioni (escudiamo il buddhismo antico) prospettano una vita dopo il trapasso quindi, negano l'evento della morte. Intendono la vita attuale come male e quella ultraterrena felice. Francesco Bacone afferma che l'atto del morire non è meno naturale di quello del nascere. Secondo la teologia del cristianesimo la vita terrena, fatta di sofferenze, sarebbe solo la preparazione al morire, quindi alla liberazione della carne. Infatto gni teologia, fin dai tempi più antichi, intende lavita nella carne come sommo male destinato a concludersi nella putrefazione.La Morte biologica determina il tentativo di respingere l'idea che la morte sia avvenuta e che il defunto continui a vivere in qualche forma. Infatti nelle religioni, dopo la morte, l'anima subisce un'eterna condanna o partecipa ad una beatidudine soprannaturale. Perfino nel folclore i canti funebri sono una sorta di rifiuto, rivolgendosi al defunto come se fosse ancora in vita. La paura può trovare motivazione anche nel fatto che solo recentemente sono stati pubblicati scritti su di essa, ma rimane comunque un argomento tabù.