tra magia e mistero

L'ARABA FENICE part III


Comparsa in tutte le civiltà anche se con nomi o aspetti diversi, le Fenici pongono un quesito interessante tanto quello sull’esistenza dei Draghi.Di Fenici se ne parla anche se con diverse rielaborazioni del mito nel Fisiologo ( che ne evidenzia l’amore per gli aromi spesso sacri e indispensabili al suo rito di rinnovazione) o negli scritti di Erodoto («Un altro uccello sacro era la Fenice. Non l'ho mai vista coi miei occhi, se non in un dipinto, poichè è molto rara e visita questo paese (così dicono ad Heliopolis) soltanto a intervalli di 500 anni:
accompagnata da un volo di tortore, giunge dall'Arabia in occasione della morte del suo genitore, portando con sè i resti del corpo del padre imbalsamati in un uovo di mirra, per depositarlo sull'altare del dio del Sole e bruciarli. Parte del suo piumaggio è color oro brillante, e parte rosso-regale (il cremisi: un rosso acceso). E per forma e dimensioni assomiglia più o meno ad un'aquila.»), o ancora con Ovidio nelle Metamorphoses.Si parla di Fenici anche in Cina ( FENG, uno dei quattro mistici protettori dell’impero di cui emblema solo i reli se ne potevano ornare), , Ho-ho per i giapponesi, milcham per gli Ebrei.Paralleli alla sua leggenda sono il Quetzacoatl, il Serpente-piumato Atzeco con capacità rigeneratrici pari alla nostra Fenice o il Waconda fra gli indiani Dakota, l’uccello del tuono, accompagnatore delle anime nei campi dei moti come in Egitto lo era la Fenice associata ad Osiride.Perciò le Fenici pongono un quesito interessante quanto a quello sui draghi sulla propria esistenza e il mistero di queste creature continua a persistere nel mondo odierno.