MaD In SiCiLy

Post N° 285


Toilet Paper? No. Grazie.
Girovagando per l'Europa, da buona cosmopolita, toccando molto più spesso i paesi del nord, anche perchè più a sud della Sicania di europeo non credo ci stia molto. Ho visitato disparati luoghi, molte città belle e meno belle, miriadi di locali pubblici moderni e meno, eppure una cosa non mancava MAI e dico MAI: la carta igienica. Ho assistito attonita al sorprendevole ritrovamento nelle toilette di tutti quei posti lontani del rotolo di carta, bianca (il più delle volte), morbida, sottile, velata, talvolta profumata... come un miraggio in un deserto insomma. Possibile che nememno nel posto più sfasciato di Amsterdam, di Monaco o di Londra ho sempre, e dico SEMPRE, trovato rotoli? Per non parlare del Belgio. Questa è una nazione modello per i servizi igienici nei locali pubblici. Non parlo di ristoranti elegantissimi, di pizzerie italiane ultra gettonate, di MacDonald con tizio che ti frega centesimi per lasciarti defecare in pace, ma di molte piccole location adibite al rifocillamento, dal ristorante cinese a 5 euro un menu, all'egiziano che ti vende Kebab e Durum, al chioschino tipico delle Gauffres in mezzo alla strada nonchè ai pub disseminati ovunque... tutti possiedono toilette che comprendono l'uso di carta che non sia di giornale, fazzolettini imbevuti o cleneex che ti porti dietro nei casi di... ehm... evacuazione. Persino sui treni, all'università, in qualsiasi dipartimento, nelle biblioteche, nei college di ogni genere, nelle toilette chimiche per le strade... EVERYWHERE h
o trovato l'oro bianco!Avendo realizzato con la mia amica che codesta era una ricchezza inesauribile in questa nazione, non ci abbiamo pensato molto nell'adeguarci a cotale naturale predisposizione di un Paese che offre a profusione un tale bene. Per otto mesi di trasferta vicino a Bruxelles, non abbiamo MAI comprato alcun rotolo. Ebben sì, gli italiani si fanno riconoscere anche in questo: dallo scrocco. Ora voi penserete: " ma che spilorcie queste qui" Niente di tutto ciò ragazzi. Non si trattava più di una questione di soldi. E' ovvio che non è mai stata una spesa esosa per le nostre tasche e non lo sarebbe mai stata vista la necessità dei nostri sederini. Era diventata solo una questione di principio: usufruire di un qualcosa messo a disposizione in maniera spropositata senza doverci preoccupare di comprarlo. Oramai persino i nostri amici Erasmus che lo sapevano, ci passavano dai college interi pacchi dell'articolo. All'università, poi, stava a riposare sui ripiani delle grandi e linde toilette di cui disponeva. Era un peccato lasciarla lì a marcire. Insomma, l'incontro tra noi e le toilette di ogni locale si concludeva con un piccolo ed ingenuo furto, nato dall'irrefrenabile desiderio di possedere QUELLA carta e niente più. Le figure più carine si sono verificate quando all'università, lasciateci prendere dal raptus, abbiamo riempito le borse (o gli zaini) di carta. Tornate in aula, alla domanda dei colleghi: "mi presti una penna?", o ancora alla richiesta del prof. "Nadia mi prendi quel libro su Jean Rhys a pagina...?" i nostri visi impallidivano, i sudori freddi scendevano gocciolosi sulla fronte... l'imbarazzo era totale. Come potevamo aprire le nostre BAG senza far straripare montagne di carta per culi? Ma poi sempre nel giorno del furto dovevano accadere certe richieste? Matematico! Dovevamo aspettarcelo. Ecco che da quel giorno in poi, il "prestito" avveniva solo ed esclusivamente after lessons, in modo tale da evitare possibili intralci.Da allora mi sono sempre chiesta perchè, qui da noi, non succede mai di andare in bagno e trovare la toilette munita di carta. POSSIBILE? Ma i gestori dei locali si chiedono come ci si debba pulire un sedere?
Forse noi donne un rimedio lo troviamo, nelle borsette c'è sempre qualcosa che possiamo utilizzare, ma VOI uomini, sì dico a voi, mi spiegate come fate? E' un mistero per me. Forse è per questo che è d'uso il bidet in Italia... visto che nei luoghi pubblici alla lunga non ti pulisci mai il culo, tornando a casa è d'obbligo una rinfrescatina al gioiello.