Creato da WonderVega il 24/03/2006

MaD In SiCiLy

My ThOuGhTs In A cLoUd

 

 

Post N° 272

Post n°272 pubblicato il 05 Febbraio 2007 da WonderVega
 

Una storia vera

Questa è una storia vera, accaduta in Sicilia, raccontata attraverso la lettera disperata di una mamma, troppo giovane ai tempi, abbandonata al cruento giogo di una società perversa, vittima dell'ignoranza culturale.

[...] La solitudine e l’incomprensione sono state amare compagne di una tredicenne sfortunata che aveva su di sé il peso della vergogna per aver perso la sua innocenza, non per scelta e nemmeno per amore, mentre il vero colpevole e vigliacco autore ne era uscito subito indenne, scagionato da una società retrograda e maschilista, una società col culto dell’onore, dell’apparenza, dell’omertà e della vergogna. Non ho avuto un minimo sostegno da parte dei miei genitori e di nessun membro del resto della famiglia; non potevo sfogarmi con nessuno, nemmeno con un’amica, infatti, con gli altri non ne potevo parlare perché indotta dalla situazione al silenzio più assoluto. Mi sono ritrovata così completamente sola, abbandonata a me stessa con le mie paure, le mie angosce e le mie sofferenze. [...]

[...] Ti hanno strappato dal mio petto e nessuno ha avuto pietà delle lacrime d’una piccola mamma. Da quel giorno ho sofferto tutte le pene del mondo. A 13 anni conoscevo già tutte le sofferenze: lo stupro, il dolore fisico, la violenza psicologica, la perdita di un figlio, l’abbandono dei miei genitori, la solitudine, il non avere diritti... [...]

Inquietanti parole scritte con l'inchiostro amaro di lacrime di una donna che non trova pace per ciò che le è accaduto. La speranza d'incontrarla e conoscerla, adesso, è l'unico appiglio che le rimane per lavar via i segni di ferite che tardano a cicatrizzarsi.


NOI non lasciamola sola come fecero in passato. Dimostriamole che pur se virtualmente una community può donarle il meritato sostegno attraverso le parole nella speranza che il suo messaggio arrivi un dì a destinazione.

Vi invito a leggere tutta la storia su

6 Gennaio 1984

un blog dedicato ad una figlia mai conosciuta.

 
 
 

Post N° 271

Post n°271 pubblicato il 31 Gennaio 2007 da WonderVega
 
Tag: Teatro

I preparativi (parte I)

Venerdì: come di consueto l’appuntamento è con l’emozione del teatro, io e le mie amiche.

Ma dire vado a teatro non è mai cosa semplice, bisogna superare tutte le varie fasi preparatorie per arrivare al tanto amato obiettivo.

Preparativi: giri di chiamate per gli orari di partenza ed appuntamenti vari, prima e dopo spettacolo (pare che andiamo a fare na spedizione). Un’ora prima tentiamo di rimettere a posto quello che non lo è stato durante la settimana chiuse a casa a sbattere la testa pesantemente sui libri e la tesi.

Andiamo nel nostro regno: la cucina. Si comincia dalla cena, non vogliamo morire di fame durante lo spettacolo che essendo shakespeariano supponiamo avrà lunga durata. Così chi pela le patate, chi julietta le carote, chi prepara la pasta… Si sentono già odorini dappertutto, si appannano i vetri, le mie aiutanti sono meravigliosamente veloci. Io spizzulìo qua e là, visto che ho una voragine allo stomaco prima di andare a tavola, da buona cuoca mi tocca. Tutto è pronto, ho preso dei dolcetti tempestati di mandorle e caramello. Non vi è cena senza dolce a rendere meno amari i nostri palati. Vabbè, la dico tutta: sono quella che cede più facilmente alle tentazioni della gola. Peccatrice sono!

Quanto godo io, nei momenti conviviali, nessun altro… lo giuro!

Partiamo sempre con l’idea del leggero e della cucina veloce e finiamo, al solito, per banchettare per quasi un’ora, sbrutriandoci, scherzando, bevendo del buon vino, e dimenticandoci per un po’ del resto del mondo.

Guardiamo l’orologio, è tardissimo! Abbiamo 20 minuti. Con l’acqua alla gola come sempre. Chi lava i piatti, chi asciuga e riordina (certo perché non possiamo mollare tutto l’incrostato e via), chi comincia a docciarsi e vestirsi… o meglio a decidere cosa indossare: dramma per le donne… Siamo isteriche.

Io risolvo, in pochi minuti, le mie amiche scodinzolano per la casa in slip facendo prove di collant abbinati a gonne a destra e a manca e visto che siamo senza tende ed il leggero tepore ha oramai disappannato le vetrate, mi rendo conto che c’è sempre qualcuno dall’altra parte che chissà quante volte avrà sbirciato godendosi il panorama, ma alle mie amiche sembra importare davvero poco al momento. Vive la nature (direbbero i francesi)!

Saltano fuori dall’armadio vestiti mai visti, camicie da fare paura, gonne di seta e boa sciccosi… mi inducono a pensare che le mie amiche conducano una vita segreta e notturna in città. Sorvolo con battutine. Dopo consultazioni e pareri, ecco, finalmente si sceglie, non ci credo! La vestizione è finita. Si passa al trucco e parrucco, tacco e via, vado a mettere in moto la macchina… sono le nove (orario d’inizio dello spettacolo). Odio arrivare in ritardo ma puntualmente o che siamo già nella metropoli o arroccate nel nostro meraviglioso paese, ci ritroviamo a inseguire il tempo con la bava alla bocca. Le mie amiche arrivano schizzando, io sgommo e mi posiziono da brava tassista, s’infilano in auto come delle ossesse. Per le vie del corso Vittorio Emanuele la nostra CAR manco se vede, sfreccia aiutata dai semafori: sono verdi, incredibile, che culo! Superiamo chiunque con il macinino, sembravano tutti lenti e rincoglioniti quella sera per strada (ma è la classica sensazione che ti dona l’avere fretta).

Direzione: solito parcheggio in piazza Borsa, dietro la via Roma, di fronte al teatro Biondo. Arriva pronto il nostro simpaticissimo parcheggiatore di fiducia che ci indica subito un posto per noi. Raccomandate siamo (almeno in questo). Dopo rapidissimi scambi di battute, lui dice: “chi è signorine? O teatru puru stasira aviti agghiri?”, noi ridiamo divertite come sempre, lanciamo la moneta al volo, la piglia (mi sento ad una partita di rugby), mentre un trotterellare di tacchi si ode per le vie. Scappiamo. Sembriamo delle invasate, pur se elegantissime… Sono le nove e nove minuti. Noi arrivare in tempo MAI! Fare malafiure nemmeno. Che emozione ci sarebbe nell’arrivare in anticipo prendendo posto per come si deve e soprattutto senza farci notare.

E’ chiaro che la rappresentazione era già cominciata e noi che abbiamo le poltrone posto palco riservate siamo obbligati ad andare al terzo piano. Le maschere ci accompagnano, l’esercito di femmine munite di un’arma silenziosissima (il tacco) si avviano, prima cazziata fuori dal teatro. Ma non siamo in galleria come speravamo, saliamo saliamo, arriviamo quasi al tetto del teatro, dove le sedie son piccole piccole e di metallo, scomode e rumorosissime. Uno appiccicato all’altro. Noi con elefantiaca grazia e ossequiosissimo silenzio, cioè tutti si girano a guardarci (io la faccia a terra che tentavo di raccoglierla col cucchiaino) poiché con la mia borsa stavo rimorchiando i cappotti di un’intera fila, ci accingiamo a prendere posto.

Questa sembra essere la punizione che ci spetta per tutto il primo tempo.

Sento le voci degli attori, li trovo già a petto nudo. Sgrano gli occhi a quel vedere… (solita marpiona)… torno seria, nuovamente stacco la mia anima dalla realtà…

Il Mercante di Venezia è in scena.

 
 
 

Post N° 270

Post n°270 pubblicato il 28 Gennaio 2007 da WonderVega
 

it's WonderFull!
it's WonderFool!
it's WonderFul!
it's Wonder!
it's Fool!
IZ UANDERFUUL!
(colonna sonora)

 
 
 

Post N° 269

Post n°269 pubblicato il 25 Gennaio 2007 da WonderVega
 

Post Party
Cosa rimane di me

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Prossimamente il reportage...

 
 
 

Post N° 268

Post n°268 pubblicato il 24 Gennaio 2007 da WonderVega
 

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In anticipo di qualche ora due messaggi mi sono arrivati inaspettati... qui voglio riportarli:
.
[...] ti sei guardata allo specchio? A occhio sembreresti una goccia di paradiso sul mio palmo…. ma poi realmente come sei? Un tizzone di nera pece o la fredda fiamma di un diamante? [...] Tu appartieni ad una terra dove niente rimane indifferente, dove lo 0 a 0 non è previsto. Tu appartieni a una terra, l’unica veramente europea amata e calpestata da tutti, dove lo Stupor Mundi la ha scelta quasi come sposa. [...]
UDM

E poi l'altro...

Auguri a una bella personalità chiusa fra due splendidi occhi, che essendo specchi dell'anima sanno riflettere la propria e quella degli altri.... riflettendo oltremodo un cielo lapislazzulo, sempre limpido e profondo dove anche le nuvole sanno danzare al caldo ritmo dello scirocco, osservando, dall'alto, questa bella e vecchia vasca chiamata Mediterraneo.
UDM

Io...  senza parole...

 
 
 

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