La città delle donne

LA SAGGEZZA


 Si dice che la vecchiaia è sinonimo di saggezza.Io non ne sono molto convinta.Tutto si basa sulle fondamenta culturali.Se in gioventù i tuoi valori erano frivoli e venali,non si può pensare a una grande saggezza in vecchiaia.La cultura non è fatta di “pezzi di carta”,puoi avere una un diploma da quinta elementare ed essere una persona culturalmente ricca,coltivare interessi,avere una cerchia di amicizie che ti arricchiscono.Chi affronta la vecchiaia pensando al tempo che fu...... parte con il piede sbagliato.Coltivare il piccolo orticello delle amicizie virtuali,degli amori virtuali del pettegolezzo malevole che rasenta la calunnia di rossiniana memoria,non è sinonimo di saggezza.Peggio ancora rimanere barricato in casa affogando la propria pochezza nell’alcool accettando come unica realtà il cordone ombelicale che ci lega al virtuale......  rifiutando ogni contatto con il reale,questo è a mio parere patologico.Come ho avuto modo di scrivere,per me la cosa più bella è riunire chi ami intorno a un tavolo,coltivare amori reali non più fatti di passioni travolgenti ma di “affinità elettive”.Da un punto di vista tutto al femminile non puoi pensare di sostituire un marito poco attento con un amore impalpabile,come un adolescente che aspetta sognante il principe azzurro.....  per poi sbattere il grugno contro la dura realtà.Personalmente non penso di essere saggia e se non lo sono a 62 anni dubito che lo diventerò.Vivo la mia vita nel reale,una vita fatta di lavoro che mi regala momenti di serena spensieratezza,momenti che solo i bambini possono regalarti.La famiglia è la mia bussola personale,il virtuale è un piacevole passatempo fatto di riflessioni e piacevole scambio si opinioni.Come diceva Epicuro La vita sarà felice se saprà essere vissuta con saggezza, semplicità e giustizia. "Non ci può essere vita felice se non è anche saggia, bella e giusta; e non vi è vita saggia, bella e giusta che non sia anche felice. Le virtù sono infatti connaturate ad una vita felice, è questa è inseparabile dalle virtù".A questo banchetto della vita non mi abbufferò,non aspetterò le portate più raffinate ma saprò accontentarmi di quello che ho avuto,pronta ad alzarmi appena sarà il momento,senza alcun rimorso.Sulla caducità della vita invito a riflettere alcune persone che pur non conoscendomi si sono permesse di offendermi definendomi “un calice di fiele” o “La, poveretta che si sarebbe accontentata che lui si fosse occupato delle improbabili pepite d’oro e, perché no? del suo fiore … che in passato aveva tanto adorato.Come colonna sonora metto il mio adorato Faber: “La morte verrà all'improvviso avrà le tue labbra e i tuoi occhi ti coprirà di un velo bianco addormentandosi al tuo fianco nell'ozio, nel sonno, in battaglia verrà senza darti avvisaglia la morte va a colpo sicuro non suona il corno né il tamburo. Madonna che in limpida fonte ristori le membra stupende la morte no ti vedrà in faccia avrà il tuo seno e le tue braccia. Prelati, notabili e conti sull'uscio piangeste ben forte chi ben condusse sua vita male sopporterà sua morte. Straccioni che senza vergogna portaste il cilicio o la gogna partirvene non fu fatica perché la morte vi fu amica. Guerrieri che in punto di lancia dal suol d'Oriente alla Francia di strage menaste gran vanto e fra i nemici il lutto e il pianto davanti all'estrema nemica non serve coraggio o fatica non serve colpirla nel cuore perché la morte mai non muore. “FirmatoL'Astrologa