La città delle donne

IO SONO "PARTIGIANA"


 In questo periodo politicamente terremotato per il PD,io non sono,e non sono mai stata,dotata di doti diplomatiche.Mi lascio coinvolgere di “pancia”.In passato quando c’erano Idee da difendere,sono scesa in piazza per dare voce al mio dissenso.In questi giorni i telegiornali sono per me ad alto tasso d’insulto (Berlusconi e le sue pretoriane sono in cima alla lista).Con papà e la zia,il divieto assoluto di parlare di politica per evitare la rissa.Io credo che è mio dovere come cittadina essere “partecipe”,il mio piccolo contributo,insieme a quello di altri italiani,per il mio Paese.Ieri sera a “Piazza pulita” Elio Germano (attore) ha letto “odio gli indifferenti” scritto da Gramsci e in quelle parole mi sono ritrovata. “L'indifferenza è il peso morto della storia. E' la palla di piombo per il novatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che recinge la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scora e qualche volta li fa desistere dall'impresa eroica.L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. E' la fatalità; e ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che si ribella all'intelligenza e la strozza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, il possibile bene che un atto eroico (di valore universale) può generare, non è tanto dovuto all'iniziativa dei pochi che operano, quanto all'indifferenza, all'assenteismo dei molti.........Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi anch'io fatto il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, il mio consiglio, sarebbe successo ciò che è successo? Ma nessuno o pochi si fanno una colpa della loro indifferenza, del loro scetticismo, del non aver dato il loro braccio e la loro attività a quei gruppi di cittadini che, appunto per evitare quel tal male, combattevano, di procurare quel tal bene si proponevano.I più di costoro, invece, ad avvenimenti compiuti, preferiscono parlare di fallimenti ideali, di programmi definitivamente crollati e di altre simili piacevolezze. Ricominciano così la loro assenza da ogni responsabilità.” Io voglio indignarmi per gli operai/e morti in India che a 40 euro al mese cucivano abiti per il mercato europeo.Per i clandestini  di Rosarno che raccolgono pomodori.Per le donne che devono firmare le dimissioni in bianco,un’arma che tutela l’azienda in caso di gravidanza.Per tutte le generazioni da 1000 euro al mese.Per i morti sul lavoro.Per chi deve scegliere tra lavoro e salute............... e potrei continuare!Umberto Galimberti scrive:“ L’unica differenza rispetto alla schiavitù classica è che gli schiavi dell’epoca coloniale avevano un padrone (come peraltro ancora oggi gli immigrati che,in condizioni disumane,raccolgono nel meridione pomodori o arance),mentre gli “schiavi”odierni e i loro “padroni” sono dalla stessa parte e hanno come controparte il mercato......Quando diciamo “delocalizzazione” dovremmo dire sfruttamento di mano d’opera nei paesi meno sviluppati............Se l’antica schiavitù massacrava i corpi con pesanti turni di lavoro ed esemplari punizioni,la moderna schiavitù massacra l’anima,rendendola esangue nell’ implosione di ogni progetto e nel brusco risveglio da ogni sogno anche solo accennato”Colonna sonora: "Quello che non ho" di Faber
Buon 1°Maggio a tutti!!!!!