La città delle donne

UNA BOTTIGLIA DI BAROLO


ll costo minimo si aggira sui 40€ e può arrivare ai 200€.Nasce dalle uve di Nebbiolo,viene fatto fermentare in grossi tini di legno per circa 30 giorni.Poi viene messo in botti di legno,oggi si utilizza moltissimo il rovere francese per le classiche barrique. Il processo di vinificazione ci veniva raccontato da un produttore di Tetti di Neive presso cui acquistavamo le bottiglie di Arneis. Sono una estimatrice del buon vino,anche se prediligo i vini come il Santa Maddalena o il Lagrein originari dell’Alto Adige.Torniamo a bomba!!I vini Piemontesi sono il fiore all’occhiello dell’esportazione,la manodopera da molti anni non è più italiana ma prevalentemente slava.Leggo su Repubblica la denuncia di un viticultore,ci sono cooperative che “affittano” manodopera a 3 € all’ora.Il consorzio chiude un occhio sulla manovalanza sottopagata e sul lavoro nero.Ecco un brano che denuncia lo sfruttamento:“Erano lì ,a un centinaio di metri dalla mia finestra. Due donne,non più giovani,due delle tante che insieme ai mariti arrivano a decine al mattino presto del sabato per “sfemminellare”,per togliere le gemme non maturate dal tralcio delle viti del mio vicino” (un lavoraccio,una cosa da schiavi se lo fai per 10h sotto il sole,pagato in nero 3€).“Le due donne sono venute giù ,cadute per terra una dopo l’altra,svenute a distanza di dieci minuti.Schiacciate dalla fatica e dal caldo e forse dal viaggio in pullman che avevano fatto per arrivare fino qui. Sono macedoni,come migliaia di altri.C’è chi accetta di pagarli una miseria. Guadagnandoci una fortuna.Sono pochi ma sono produttori come me. Gente come me,che ha cominciato da zero negli anni ’80.Eravamo tutti ragazzi,molti di sinistra,senza un quattrino.Abbiamo messo le bottiglie di vino nella valigia e abbiamo cominciato a girare il mondo per venderle” ( Paolo Griseri - Repubblica) Il lavoro di un dipendente costa tra i 14/16€ hL’esportazione va fortissima: 5% Estremo oriente11% Africa e medio oriente32% America Sett.50% Europa. La proposta di Carlo Petrini e dei produttori onesti:un controllo capillare,cioè controllo dell’intera filiera e un certificato etico per le aziende che si comportano correttamente.Non c’è miglior marketing della cura del proprio territorio ma soprattutto garantire una vita degna a chi lavora nelle vigne ogni giorno.
 Italiani brava gente!!!!