Allora sì

Una bimba di nome Anna


Stavo affrontando uno dei miei innumerevoli viaggi che da Napoli mi riportavano a Milano. Treno Eurostar. Mi siedo e ho come il presentimento che quello poteva non essere un viaggio tranquillo. Una sensazione. E infatti, mi si siede accanto un signore, mezzo tatuato e mezzo sudato, di fronte a lui la sua regal consorte e accanto a lei, esattamente di fronte a me, la loro figlioletta bionda di 8 anni. 1 metro e 40 per 80 kg. Comincia il viaggio e gią all'altezza di Capua comincio ad avere i primi sintomi di insofferenza. La bambina aveva gią ingurgitato 4 brioches e bevuto 2 lattine di cocacola. Con il simpatico risultato che mi aveva riempito la mia bella settimana Enigmistica piena di briciole e frammenti di cioccolato sparso ed eruttato diverse volte in pieno viso.La bambina continuava a parlare, gridare, strepitare, mangiare, bere, fare rutti, muoversi, darmi calci e piangere in una sequenza impressionante. La mamma, napoletana doc, ogni tanto cercava di placare questa simpatica furia con mugugni e suoni guttirali, probabilmente tipici ed esclusivi della loro zona di origine. Il padre, non se ne passava manco pa capa.Quando ormai siamo giunti a Bologna e il mio desiderio di scendere in corsa dal treno era irrefrenabile, la bimbetta trova in un'allegra signora pimpante milanese la sua vittima sacrificale. Lascia il suo posto dandomi un po' di sospiro e va a rompere o cazz all'ignara signora. Mossa da una naturale gioia tipica delle nonne, comincia a giocare e a colloquiare con la piccola peste.La sua prima domanda rivolta alla bimba č stata: "Ma che bella bimba! Come ti chiami?"E lei: "Anna..."E la signora:"Anna! Che bel nome Anna! E Anna.. come?"E la bimbetta:"Anna 'a Patana.." (Chiaramente soprannome affibiatole per la  sua esile sembianza)Interviene la mamma:"Ma quale Anna 'a Patana!? Anna Scognamiglio! Uč stronza!"Quella fu la prima e ultima domanda che la gioviale signora milanese rivolse alla bimbetta.