Allora sì

L'arte del pescare


Da ragazzino alcune volte, durante le vacanze estive, sono andato a pescare con mio cognato, lui che è talmente fissato da rimanere giornate intere ad aspettare che qualche pesce abbocchi alla sua lenza.In realtà non mi ha mai appassionato come hobbie, ma anche per condividere l’esperienza e per stringere amicizia, mi sono ritrovato a combattere con vermi sguscianti, bigattini puzzolenti, ami che si conficcavano nei polpastrelli, lenze invisibili che un paio di volte hanno tentato di impiccarmi, canne in fibra di carbonio e mulinelli sotto ad un sole che spacca le pietre.Non ho mai preso nulla, a parte una stella marina (mistero come abbia fatto ad abboccare), un pesciolino di circa 3 centimetri, preso per la coda solo perché ho tirato l’amo nell’attimo esatto in cui il povero esserino nuotava allegramente e ignaro del pericolo e qualche chilo di alghe.In una delle nostre battute di pesca, ce ne stiamo tranquillamente seduti, l’uno accanto all’altro su quelle scomodissime sedioline pieghevoli, in un porticciolo calabrese. I nostri galleggianti si trovano affiancati in uno stretto spazio tra una barca ed un’altra.Dopo quasi un’intera giornata senza prendere nulla, quando ormai tutto ci induce a pensare di dover tornare a mani vuote a casa per l’ennesima volta e ad essere presi in giro da parenti e amici tutti, ecco che vedo la punta della canna di mio cognato strattonata da quello che sembra essere uno squalo tigre, talmente il galleggiante viene risucchiato nei flutti.Si alza per poter ingaggiare meglio la battaglia con la balena, si posiziona la canna sulla pancia e comincia a ravanare con il mulinello, mentre urla: “Tira la canna! Tira la canna!” Io, infervorato dall’avvenimento, lo guardo con ammirazione e rimango immobile con la mia bella canna in mano.Mio cognato continua a lottare con il Marlin, gli molla qualche centimetro di lenza e poi se ne riprende un metro, e continua a urlare: “Tira la canna! Tira la canna!” Io, ormai in stato di adorazione penso: “Cavolo! Per tirare così la canna in effetti deve essere bello grosso!”E infatti eccolo arrivare a pelo d’acqua ed emergere sbattendo la coda. In effetti è un bel pesce di circa 30 centimetri, e continua a dimenarsi per potersi liberare dall’amo. Ma ecco che con un gesto repentino riesce a rituffarsi e a nuotare disperatamente, proprio nella mia direzione. E mio cognato continua a lottare e a gridare: “Tira la canna! Tira la canna!” E io continuo a pensare: “E ‘sti cazzi! Ho capito che tira la canna!”Ma all’improvviso la catastrofe: il pesce riesce a gettarsi sul mio amo che pende dal mio galleggiante e attorciglia la mia lenza con quella della canna di Sampei il Pescatore, finendo non si sa come, a liberarsi dalla presa e a lasciare le nostre due lenze completamente attorcigliate.A quel punto mio cognato, che ha visto vanificata in un solo momento una giornata di attesa, mi urla contro: “Ma che cazzo! Perché non ti sei tirato la canna?? Te lo sto dicendo da un’ora!” Colpo di genio da parte mia: “Ma perché?? Ce l’avevi con me?? Che ne so!? Io pensavo che intendessi che IL PESCE tirasse la canna! E dimmelo chiaramente!”Quella è stata l’ultima volta che mi ha portato con lui a pescare.