napoli contro

Violenza urbana gratuita


Ero alla cittadella di Casoria, zona anonima e degradata a ridosso della periferia di Napoli.Ore 12.00 – traffico infernale – in auto eravamo quasi tutti fermi. Intorno a me, motorini  che arrivano da tutte le parti, a bordo giovani scimmie da sole o in compagnia, rigorosamente senza casco, senza la minima cognizione dell’esistenza del codice della strada, era come in un rodeo impazzito. Clacson senza tregua, un venditore ambulante che vendeva 20 cape di carciofi (20 teste di carciofi) a soli 2 Euro e lo urlava con il suo megafono….Riesco a superare un incrocio, centimetro dopo centimetro. Devi fare attenzione a cogliere l’attimo prima che lo faccia l’altro. Ci riesco, passo. Quello al quale strappo il centimetro che mi consente di avanzare di qualche metro, scende dalla sua auto, mi corre incontro, comincia a prendere a pugni il cofano della mia auto ed il finestrino lato guida. Mi minaccia e mi intima di scendere. T’acciro (t’ammazzo)…… Resto impietrito, vorrei spiegargli che mi dispiace di averlo tanto turbato, vorrei chiedergli scusa. Ma non posso: se apro il finestrino o la porta… non avrei il tempo di spiegare. Come non si ha il tempo, in pochi attimi, di calmare una bestia inferocita. Due giorni dopo ero a Genova. La sorte ha voluto che vedessi una scena quasi identica (credo tra due indigeni). Se le sono dette di santa ragione, parole pesanti, urlate, gesti. ma nessuno si è sognato, nemmeno per un istante di scendere dalla propria auto e minacciare l’altro.