carlo battimelli

la perpetua


Fin dal suo primo presentarsi in politica, si rivela intera la badante perantonomasia. Vedetela quando racconta in giro dei “partiti” che ha rifiutato;anchese le solite male lingue dicono in giro che scomparsa la DC nessuno l’aveva piùcorteggiata e che c’è voluto tutto il trasformismo del PD e le raccomandazioni difra D’Alema da Roma(di cui parleremo in seguito) per farla assumere comebadante (a quel tempo si diceva “perpetua” e noi utilizzeremo questo termine )didon Bersan da Piacenza .Vedetela quando, volendo far parlare il povero donBersani che trema per le intimazioni ricevute da Renzje da Firenze, riempie il bicchieredel padrone e lo tiene “in mano come se non volesse darlo che in premio dellaconfidenza che si faceva tanto aspettare”;o quando imperatoria e monumentale simette “ritta dinanzi a lui, con le mani arrovesciate sui fianchi, e le gomitaappuntate davanti, guardando fisso, quasi volesse succhiargli dagli occhi ilsegreto”; sentitela quando con trascendentale franchezza afferma “Lei sa bene che,ogni volta che m’ha detto qualche cosa sinceramente, in confidenza, io non homai…”; notate come è imponentemente pronta a proferire “un nuovo e più solennegiuramento”. Tutto sembra contribuire a far di lei una creatura spassosa sì, madalla quale diffidare. E invece, quando afferma al suo padrone, sia pure “con vocecommossa e da commuovere”, di essergli “sempre stata affezionata”, sa di non diretutta la verità. Quando dà il suo “povero parere”, lei serva del PD, colpisce nelsegno, e ce ne produrrà testimonianza niente meno che il Renzje in una dellesue innumerevoli interviste al tg 1 Possiamo contemplarla sicuri intanto che itermini contrari della sua natura non costituiscono in lei dei compromessi, maindicano perchè lei piccola individualità politica ha un tal ruolo nella vicendapolitica italiana Si veda l’accorta e saccente Perpetua, quando casca nella rete cheRenzje Traffichino da Firenze le tende per farla cantare alla festa dell’Unità. Cicasca facilmente, ci vuol cascare perché il bisogno di certe ciarlate è in lei moltoesigente: ma come ci casca? Nei compromessi di bottega Perpetua pronunciavacerte parole “come si usa quando non si vuoi essere creduto” e di questa suaimpertinente astuzia non v’è più traccia nella stampa di partito Là, l’intera secondametà del dialogo era rimasta avvolta dall’ombra insidiosa di un grave giudizio:“fedele ai suoi giuramenti non disse nulla positivamente, ma trovò un modo percombinare il rigore dei suoi doveri colla voglia di parlare”. Nel testodefinitivo( non trascrivo per non annoiarvi), Perpetua dice quanto crede di poterdire, e nella sua semplicioneria, l’intimo gusto di far vedere che sa, è più franco,non ubbidiente ad un calcolo ma ad un intimo impulso di ciarlare. Il dialogo èsvolto dalla prima all’ultima parola, con appena qualche sospensione. C’è unacerta franchezza in questa figura di mezzo calibro. Però, nella precipitazione dellesue parole, Perpetua è facile a compromettere non soltanto gli altri, ma persino lasua assodata fama di politica vecchia maniera: se può gloriarsi d’aver dato a donBersani dei suggerimenti che poi lo stesso Nominato avallerà quando dice che ilsuo padrone “non ci ha colpa dei guai combinati dal suo partito quando hagovernato;lei non era ancora entrata nella casa di don Bersani” e che “se peccaancora il sant’uomo è per troppa bonarietà”, pronuncia giudizi che nontroverebbero più un’approvazione superiore. Ma, poverina, a lei, chi non liperdonerebbe questa sua imperizia? E, nonostante i suoi difetti, chi vorrebbenegare ch’ella sia in essi sincera? Inavveduta sì, ma sempre pronta ad una suaschietta generosità, è Perpetua: e qui appunto per impulso di generosità e dischiettezza ella difende, anche troppo, il suo padrone. Infatti, dopo ilcompromettente colloquio, come ricompare davanti al padrone che è stato gettatoin maggiore imbroglio? “con la faccia tosta, come se nulla fosse stato”; e quando ilmisero l’accusa, lei si difende, non si “scusa” se mai si “conduole”. Condolersi: ilverbo che associa nel duolo lei e don Bersani è pieno di incomparabile efficacia;ma non è soltanto purtroppo umoristico, è anche vero. Per tale verità, Perpetua nonè unicamente la figura caratteristica che si suol definire col nome di macchietta ocon altri del genere. Accanto alla burlevole-drammatica figura di don Bersani,questa donna dai gravi difetti, in questo momento gli è vicina e che ne subisce inparte le vicende, riesce ad emergere con una sua verità piccina ma in tuttoadeguata alla sua statura politica Meschina figura, ma che respira liberamente nelmare dell’inciucio che prevale nella politica italiana :Forse più del suo padronelegato a un mistero non acora da scoprire: come ha fatto a diventare segretario dipartito? , .A guardarla nell’assieme, Perpetua è una figura che può dare tristezza.Destinata a far ridere nei singoli episodi, è di volta in volta scornata, e in tuttal’esistenza sacrificata a fare da badante sempre a qualche avvizzito partitoViolentando Manzoni