Solchi in rete

Agalloch - Pale folklore


Gli Agalloch sono stati e sono tutt'ora un gruppo tutto da scoprire, almeno per me.Originari dell'Oregon, sembrerebbero invece provenire da chissà quale desolata landa nordica. Sì perché il loro Pale folklore risulta un disco costantemente in bilico tra sonorità doom e black, ed è impregnato di un mood decadente e una triste atmosfera accompagna l'ascoltatore lungo tutto il disco.Si tratta di un lavoro molto omogeneo, pochi cambi di tempo e in tutti i pezzi il metronomo non tende mai a salire troppo. La sensazione che si prova ascoltando il disco è quella di abbandono e solitudine; a farla da padrone sono le chitarre, spesso protagoniste di arpeggi acustici, che poi sfociano in distorsioni prettamente black ma con ritmi sempre contenuti.Lo scream accompagna bene la parte strumentale, ma rimane quasi in secondo piano rispetto ai vari temi e assoli di chitarra che vengono proposti nei pezzi più lunghi e articolati. Di melodia ne abbiamo a palate, a tratti forse anche troppa...ogni tanto fa capolino anche una voce lirica femminile, superflua.Nulla di particolarmente originale, per carità, però quando un pezzo di 10 minuti sembra che duri la metà, questo significa che gli Agalloch centrano in pieno l'obiettivo e l'ascoltatore è in qualche modo rapito dalle atmosfere gelide e decadenti.A quanto si dice in giro la band dell'Oregon è cresciuta dopo questo esordio, non mi resta che verificarlo.