Naradém’ a tùnisi

DIARIO DI BORDO E OMOFONI


 Piccolo diario di bordo:
 In nemmeno due mesi di lavoro del nostro BLOG abbiamo già messo insieme240 parole mancanti, mi pare un grandissimo risultato, il contributo principale viene daPietro Secci, che mi manda circa 150 parole in un solo colpo. 
 Ringrazio anche Giulia Pusole, Tittina Incollu, Tito Puccioni, Alessio Mereu,Cristina Tuligi, Bonaria Incollu, Roberto Foddis, Dario Pusole e tutti coloroche direttamente o indirettamente stanno partecipando a questo progetto. Ringrazio anche chi non vuole essere nominato, che prima o poi spero cambi idea, e chi mi ha comunque ispirato, suo malgrado, via Facebook.  
 Pubblicherò poche per volta le parole ricevute e possibilmente dopo averle verificate.A tale proposito rilancio la richiesta di candidature a persone che voglianocollaborare via e-mail per la verifica dei vocaboli che volta per volta spedirò a coloro che fanno parte della mia mailing list.   
 Nella scelta di quelle parole che pubblicherò nel blog cercherò di sintonizzarmicon il contenuto del post, o, viceversa, saranno le parole che ho già verificatoa darmi qualche spunto nello scrivere. ____________________________________________________________Ma veniamo al nostro tema:Gli OMOFONI sono quei vocaboli che, pur avendo lo stesso suono e la stessa accentuazione, hanno significati completamente diversi.Un esempio in italiano è dato dalla parola minuto che significa piccolo, ma anche frazione di ora, una misura del tempo.Esistono, naturalmente,  esempi in tutte le lingue e il Baunese,come al solito,  non fa eccezione.Un bellissimo esempio mi arriva da Cristina con questa barzelletta:BOSSI e gli OMOFONI di BAUNEI(lo so che per misteriose connessioni dei vostri neuroni, accanto a Bossi avete letto OMOFOBI, ma quella è un'altra storia...) 
In una scuola elementare di Baunei passa un giorno una circolaredel preside che annuncia una prossima visita di BOSSI.Il senatore, spiega la circolare, ha deciso di incontrare i sardi in quanto diversi rispetto agli altri meridionali e molto interessanti dal suo punto di vista, per quel po’ di separatismo che è in loro.Il direttore scolastico, commosso da questa nuova apertura meridionalisticadel senatore, invita gli allievi a preparare dei regalini da consegnare a Bossi il giorno della visita alla scuola,  magari qualcosa di tipicamente Baunese. E così fu.....Arriva il giorno fatidico e Bossi si presenta alla scuola accompagnatoin gran fanfara dalle sue ronde in camicia verde. Gli allievi, tutti agghindati ordinati e ben pettinati, sono radunati nel piazzale ad attenderlo, ciascuno con il suo pacchetto regalo da offrirgli.Il primo bambino corre sul palco e porta un pacco di amaretti, Bossi ringrazia,il bambino spiega:  mandorle, albumi.. zucchero....... poi saluta e va via; il secondo porta i pabassini:  farina, uva passa, noci …..e torna al suo posto.Così prosegue la sfilata dei bambini e di tutti i loro regali, compresi culurgiones de patata, pistoccheddos, gueffos etc...Bossi sbava, (un po' di più…. con tutti quei dolci), e le sue camice verdi sono al settimo cielo sommersi come sono in ogni ben di Dio.Arriva il turno dell'immancabile Pierino che, staccatosi dalla fila, corre contentoverso Bossi e gli presenta un bel mazzo di ASPARAGI selvatici appena raccolti legati con un giunco.Bossi rimane perplesso, ma è grato al bambino per aver scelto finalmente qualcosa di colore verde. 
 La maestra invece non riesce a trattenere lo stupore, afferra Pierinotrascinandolo fuori dalla fila e gli chiede: - perchè proprio gli ASPARAGI al senatore?Pierino soddisfatto risponde: - perché mio padre ogni volta che vede Bossi in televisione dice "Custu Bossi SPARAU 'oliada!-” __________________________________________________________________Sempre per i non Baunesi:SPARAU = ASPARAGI ma anche SPARATO. _________________________________________________________________Parole mancanti, ATTENZIONE !!!!qualsiasi riferimento di queste parole ai personaggi della barzellettaE' PURAMENTE CAUSALE:__________________________________________________________________ arragiu =  alla lettera raggio, ma usato anche come imprecazione, un'arragiu t'aurgiadabuginu =  usato come sinonimo di Diavolo, (dal nome di  Bogino, un ministropiemontese  (1700) per gli Affari di Sardegna, tiranno, al quale si deve una carneficina giustizialista negli anni del suo governo in Sardegna),“su buginu ti cassede" o "ti cassighede” cabone mudregu = gallo cedrone ciaulare =  abbaiare, latrare flaccosu =  odoroso, puzzolente