NARRARE

Borgo San Giusto


Sento di appartenere a questo posto. Il suo ricordo non mi abbandona mai. Dopo trentasei anni sono cambiate tante cose: hanno costruito una diga, hanno allargato e asfaltato la strada, sono scomparse tante persone e sono stati venduti tanti poderi, ma nei piccoli particolari, insignificanti a tanti, ritrovo il vecchio borgo. Il pino vicino alla chiesa, la fila di oleandri che costeggia le case di legno degli operai, una vecchia insegna telefonica arrugginita, ciò che resta del vecchio Centro. Scorgo un ragazzino correre. È sbucato all’improvviso da dietro la torre dell’acquedotto ed è seguito da altri. Sono armati di bastoni e fionde: giocano alla caccia. Un cane saltella insieme con loro. Le loro voci sono lontane, lontane nel tempo, rievocate dal ricordo e accolte da un sorriso che mi compare sul volto.