NARRARE

ACCETTARE


“Niente è definitivo” questo gli venne in mente. Parole pescate in un ricordo lontano, dette da chissà chi, ma che facevano un effetto strano. “Ogni decisione ha fondamenta solide sino a quando soddisfa la sete di felicità”, come schegge impazzite i pensieri colpivano le pareti, scalfivano le solide mura e allora si ricordò di una amica, delle sue parole e pensò “sarà il suo verbo a trarmi in salvo, ciò che il suo fiato ha modellato saranno gli strumenti della mia salvezza”. Ed ella gli aveva detto “Il vestito che indossi, che ti stringe tanto da soffocarti, l’hai scelto pensando che fosse della tua misura. Ora ti lamenti perché non riesci a muoverti. Liberatene senza timore”. Lui ricordò il ghigno che fece e la leggerezza con cui considerò il consiglio. “Non posso fare e disfare continuamente la mia vita, ho deciso, e vado avanti nella mia scelta” erano le parole cascate dalla sua bocca e arrotolate attorno al suo corpo. Ella rimase immobile a guardarlo, a guardare come poneva il primo mattone per proteggersi. “Costruire un muro non serve a niente, la tua scelta la devi vivere in libertà, misurarla continuamente, seguirne i cambiamenti, adattarti ad essi” ella disse indicando il mondo. “Ho un amore, l’ho voluto, l’ho scelto” le disse alzando la voce. “Io non so l’amore vero che sorriso ha, le scelte vanno e vengono e niente è definitivo” disse ella e andò via.