NARRARE

CIAO


“Ciao”Un saluto, una semplice parola sospirata, detta a labbra socchiuse, e con gli occhi che sorridono. Una vibrazione fugace che attraversa il metro che ci separa e si stampa nella testa. Sono appoggiato allo stipite della porta con le braccia intrecciate e mi godo il fresco della sera. E’ sempre così al lago nelle serate di Agosto, appena fa buio si alza una lieve brezza che porta via la calura del giorno. Arriva dal nord, dalle alpi, dai monti dove c’è neve anche d’estate. Le schiere di turisti sono giù in città, negli alberghi dove alloggiano, dopo aver popolato per un giorno questi luoghi. La sera vanno in discoteca, nei pub e restituiscono tranquillità alle rive del lago. Il lago ritorna ad essere mio.“Ciao, che ci fai qui?”Le passo davanti fissando l’incresparsi dell’acqua, ignorando il sorriso che ha sulla faccia e voltandole le spalle.“E’ bello qui la sera”E’ bello, lo so che è bello, è il mio posto. Non lo cambierei per nessun altro al mondo. Prendo un sasso e lo tiro nell’acqua. Il tonfo secco si stampa nel silenzio e una serie interminabile di anelli si propagano in superficie annullandosi nel buio. Anche lei prende un sasso e lo tira con forza. La pietra scelta con cura tra le tante, lambisce l’acqua in superficie in vari punti e dopo aver fatto quattro saltelli ben distanziati tra loro si tuffa in profondità.“E' questo che volevi fare? Sono bravissima, anni di esperienza…”E' strano come la semplice presenza di una persona possa rompere la magia di una serata. La mia magia la mia serata.“Non volevo far saltare il sasso. Mi piace sentire il suono sordo dell’impatto”Meravigliata mi fissa con la bocca semiaperta. La scorgo con la coda dell’occhio, non ho mai smesso di guardare l’infinita bellezza del lago.“Perché?”Volgo lo sguardo verso di lei, per la prima volta la fisso negli occhi. Luccicano al chiarore della Luna, non riesco a distinguere il loro colore, ma sono molto grandi, tondi.“Allora?”Piega la testa di lato e sorride, insegue il mio sguardo. M’intenerisce, lei non può sapere, lei non ha colpe. “Perché sei qui stasera? Perché non sei tornata in città?”Ho voglia di stare da solo, ma non riesco a non darle retta. Potrei ignorarla, scappare via, lasciarla da sola davanti allo specchio d’acqua, ma una strana forza me lo impedisce, mi paralizza. Questa donna ha qualcosa che non comprendo e come se, per la prima volta dopo tanto tempo, cominci a tollerare la compagnia di qualcuno. Non sono le sue parole, le sue domande e neppure la sua bellezza nascosta nella penombra.“E’ un battito del cuore”Prende un sasso, uno bello grosso e lo lancia a campana verso il lago.Gglumm.Un bel colpo forte, senza rimbalzi, secco preciso, il lago ha fatto sentire un suo battito. Ne butta un altro e poi un altro e un altro ancora. Gglumm gglumm gglumm.“E' vero sembra il battito del cuore”Ne è affascinata, stupefatta. Non smette di agitarsi, sembra che abbia scoperto qualcosa di fantastico.“Il lago è vivo. Ascolta la sua voce”Nel silenzio si ode il dondolio dell’acqua, è una ninna nanna, una dolce litania ripetuta all’infinito. Spero che vada oltre, che non si fermi a ciò che è evidente, che ascolti con il cuore. Alza lo sguardo verso la profondità del lago. Nonostante la Luna e il sereno è nero. Indica il buio con il dito e il braccio ben teso. Cerca di spiccare qualcosa senza riuscirci.“Lamento…sento”Le prendo la mano e gliela stringo forte. Ora so il perché di questa donna. Ora lei sa il mio segreto.