Un mondo di parole

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Vorrei uscisse della poesia da questo cuore, da questa testa, dalle mie viscere, dal mio sangue. Riuscire a tirar fuori l'anima, srotolarla sul foglio, una lettera alla volta, per sentirla parlare ad alta voce, per poterla leggere chiaramente, senza dubbi, senza interpretazioni nè incertezze. Niente di più, niente di meno. Solo ciò che è. Guardare il vuoto, che mi mangia, il dolore indefinito, che mi abita da qualche parte, anestetizzarlo, curarlo. Ordinare il disordine, ricucire gli strappi, cicatrizzare le ferite. Non sentire più dolore, da nessuna parte. Sentire solo me. Me e basta. Mangiarmelo questo foglio, con le parole giuste e l'anima sistemata, ecco cosa vorrei. Appallottolarlo e inghiottirlo, digerirlo. Farlo diventare le mie ossa, la mia carne, il mio sangue, il mio cuore, il mio cervello.