Il Sole, dopo averle lanciato un'ultima occhiata, la lascia : sola, senza un saluto, senza la carezza calda dei suoi raggi.
I soliti rumori di stoviglie che accolgono un cibo senza più colore, senza più aroma: senza passione. Il rumoroso silenzio di chi pensa ad altro ed è sordo anche alle voci gioiose di coloro che ancora sono vivi e non si rendono conto di parlare con chi non lo è più: Lei, con la forza che solo l'amore può dare, riaccoglie quelle giovani voci dentro sè e non spreca neanche una stilla di gioie, tristezze, ansie e curiosità giovanili. Poi tutto rallenta e ognuno intraprende la sua strada : "buonanotte" che sembrano "addii" ; una "buonanotte" che non arriva da chi non ha più nè giorni nè notti.
Lei, finalmente, può osservarsi allo specchio cercando di ritrovare l'antica bellezza e la vitale scintilla degli occhi ma le lacrime impediscono la visione della realtà lasciando una nauseante sensazione di deformità. Un letto generoso ed avido di calore la accoglie ma invano attende un tepore vitale. Il rumore della vecchia sveglia, pian piano prende coraggio e da quasi impercettibile diventa un compagno notturno, tanto forte da risvegliare il buio e renderlo visibile, materiale. Lei fissa gli occhi , aperti, in attesa di lui, e come d'incanto il suo corpo viene accarezzato da un caldo alito di vita. Carezze lievi, tanto leggere da increspare il mare senza generare onde; carezze cieche, che non sai da dove partono e dove arrivano; carezze che spianano le rughe: carezze che rasserenano il cuore. Gli occhi si chiudono dolcemente mentre il corpo, cullato da una dolce ninna nanna, trova finalmente la pace.