Ambiente&Foreste

Veni l'autunno...


Ieri, 21 settembre, Autunno.Primo giorno d'autunno.La pioggia ci ha concesso una piccola tregua...Quale modo migliore se non una bella passeggiata verde per festeggiare il ritorno dell'autunno?Questo, amici miei, è il racconto dell'escursione di ieri, una passeggiata che ho fatto per conto mio, ma della quale voglio condividere le immagini e le sensazioni con voi che come me saprete apprezzarne il valore.S.Angelo a Fasanellahttp://www.pncvd.it/inparco/sentieri/itiner13.htmhttp://www.pncvd.it/inparco/sentieri/itiner9.htmLasciata l'autostrada, che già da un pò ci guidava tra i boschi degli Alburni, inizia la statale. Deserta. Solo gli alberi e il ronzio della moto che va...Di tanto in tanto si incrocia qualche auto, ma non è il caso di chiedere indicazioni, il paesaggio è così bello che anche sbagliare strada non sarebbe un problema.Arriviamo a Ottati che è quasi ora di pranzo, forse questo è l'ultimo centro abitato prima della nostra meta, così decidiamo di procurarci da mangiare.I vicoli in pietra e le case, le fontane della piazza e le chiese lasciano intuire un rapporto stretto con la natura che questa gente conserva, rapporto di amicizia e di rispetto.
Certo noi due, con quei caschi enormi, e i giubbotti scuri e tutto il resto, dobbiamo apparire proprio strani agli occhi di quei vecchietti che ci guardano insospettiti dalla calma del loro muretto... Ci allontaniamo dal bellissimo paesino e subito incontriamo sulla strada la Grotta di S.Michele, una chiesa trecentesca che ha per mura le pareti di una grotta, e per soffitto delle stupende stalattiti.Sul pavimento seicentesco già alcuni centimetri di
stalagmiti fanno mostra di sè. Intanto due restauratori stanno lavorando agli affreschi dei vari altari, ma ci regalano qualche minuto per visitare queste meraviglie...Dobbiamo uscire, i lavori devono proseguire...Ci rimettiamo in sella e imbocchiamo una stradina ripida ripida che ci porta fino al fiume. Lasciamo la moto e dopo pochi passi  scorgiamo il ponte "a schiena d'asino",tipico delle gole cilentane, che conduce ad un mulino ormai in rovina.Sotto il ponte le vasche usate per sfruttare al meglio l'energia dell'acqua, poco più in là una polla di acqua gelida e limpidissima: la risorgenza dell'Auso.La voglia di tuffarcisi dentro è irresistibile, ma la paura di un raffreddore mi convince a rinunciare. Intanto però siamo già seduti a piedi scalzi a giocare come bambini...quest'acqua è stupenda, questo posto è stupendo!
Per noi che siamo abituati a vedere fiumi come la Cavaiola o la Solofrana, che poi si uniscono per entrare nel Sarno insieme ai topi e ai sacchetti di spazzatura, questo angolo di passato ci sembra un miraggio. L'industria moderna, di cui quel vecchio mulino è progenitore innocente, è così lontana da tutto ciò! Le rane saltellano ad ogni nostro passo, e una miriade di altri insetti ci accompagna durante la passeggiata, compresa una mantide che mi ricorda l'incombente esame di zoologia!Vorremmo non andarcene più da questo luogo che sembra davvero uscito da una favola, ma il tempo passa e decidiamo di andare qualche km più in su per vedere la scultura rupestre dell'Antece, sconosciuto esempio di arte rupestre che meriterebbe ben più attenzione !La strada non è molto lunga, ma i giubbotti da moto e lo zaino rendono la salita alquanto faticosa, tanto più che le migliaia di mosche posate sui musi
delle mucche decidono (chissà perchè) di cambiare obiettivo e di farci compagnia fino alla cima! Per fortuna i faggi secolari fanno un pò di ombra e ci permettono di arrivare senza troppi problemi fino a destinazione. Camminando troviamo dei cartelli (illustrativi?) fatti dai bambini di una scuola locale.Altra gente, altra cultura!Il tempo si rannuvola, così scendiamo senza troppe pause e riprendiamo la strada, appena in tempo per lasciarci alle spalle qualche goccia di pioggia e il ricordo di una giornata bellissima.
All'andata abbiamo percorso troppi km in autostrada, così decidiamo di proseguire lungo la statale compiendo praticamente la "circumnavigazione"dei monti Alburni.Scendiamo verso il mare attraversando altri piccoli paesi, i frantoi e i casolari diventano sempre meno numerosi. Arriviamo a Roccadaspide e il mare è già più vicino.Alla nostra destra tutta la vallata, sovrastata dalla parete calcarea degli Alburni.Solo poche ore fa eravamo dalla parte opposta di
quei monti...Percorrere tutta quella strada è stato davvero bello, come ogni volta che ci torno!Il sole ormai è basso, non sono ancora le sette e già si prepara il tramonto...non è più estate!Bisogna rimettersi in moto e fare rotta verso casa, tanti sentieri e tante bellezze sono troppe per un solo panino!Attraversando Capaccio, a pochi minuti dai templi di Paestum, decidiamo di prolungare ancora un pò la nostra passeggiata e, piano piano, costeggiamo il
mare calmo della costa a sud di Salerno. Siamo quasi a casa...il traffico riprende, il rumore anche, e non sappiamo proprio dire di no ad un'altra piccola pausa prima di casa, questa volta godendoci il tramonto di un sole che va a nascondersi dietro i monti lattari e ci lascia con una foto della Costa d'Amalfi che si prepara alla prima sera di questo nuovo autunno.Alla prossima, Lupo1984