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Post N° 44


Un’importante ricerca svela la presenza della lontra, il più raro e schivo tra i mammiferi, nel fiume Sangro in Abruzzo. Da oltre 15 anni non se ne vedeva traccia.  In alto la lontra nel Centro WWF di PenneLa notizia della presenza della lontra allo stato selvatico nell’Oasi WWF delle Cascate del Rio Verde (un affluente del fiume Sangro), Comune di Borrello (Ch), l’area protetta con le più alte cascate naturali dell’Appennino, è il miglior pretesto per festeggiare l’8 marzo in casa WWF. Scomparsa totalmente nell’Italia centro-settentrionale, la lontra è considerata dai naturalisti la ‘regina dei fiumi’in quanto al vertice della catena alimentare degli ambienti fluviali. Questa specie sopravvive nei pochi ambienti naturali rimasti integri dell’Italia centro-meridionale con il cuore nei bacini campano-lucani.Della lontra si conoscono ancora poco le abitudini e la presenza: da un primo censimento nel 1984, coordinato dal WWF tramite il Gruppo Lontra Italia, si contava una popolazione di appena 100 esemplari, oggi la stima è raddoppiata con 220-260 esemplari.“Eppure le minacce che questo prezioso mammifero subisce sono ancora molte - commenta Fulco Pratesi, Presidente WWF Italia – Oggi festeggiamo il suo ritorno nei fiumi abruzzesi, ma è necessario non abbassare la guardia e promuovere interventi ed azioni di tutela degli habitat di presenza oltre che avviare un vero monitoraggio a livello nazionale. Serve lo sviluppo di un programma coordinato e promosso dal Ministero dell’Ambiente in grado di sviluppare un sistema di interventi valorizzando la rete di aree protette oggi presente con il coinvolgimento di tutti gli attori in gioco” .Le ricerche promosse in Abruzzo dal gruppo di ricerca di Anna Loy – docente di Ecologia animale e zoologia presso l’Università del Molise - dimostrano come sia importante e irrinunciabile promuovere monitoraggi e ricerche nelle aree che presentano ancora oggi condizioni ambientali adatte a questa specie, per promuovere politiche di conservazione utili a scongiurarne l’estinzione.“La nostra ricerca è iniziata a novembre scorso lungo un tratto del fiume Sangro – racconta Anna Loy - La nostra ricercatrice Giusi De Castro ha monitorato 20 siti, rilevando i segni di presenza della specie, come escrementi e impronte. I primi risultati di questa ricerca, che terminerà ad aprile, evidenziano che su 20 siti censiti, 15 sono risultati positivi per la presenza di tracce. La sfida ora è creare i presupposti reali affinché la lontra possa riconquistare man mano gli spazi perduti a causa dei profondi cambiamenti ambientali intervenuti”.L’Italia possiede una grande ricchezza di biodiversità ma buona parte di essa è a serio rischio di estinzione: è importante avviare l’iter in Parlamento per una legge che tuteli l’inestimabile patrimonio naturale di cui siamo detentori. Una legge per la conservazione della fauna.