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Post N° 70


  Roma, Italia — Ieri pomeriggio il terremoto in Giappone ha provocato un incendio nella centrale nucleare di Kashiwazaki-Kariwa. Un litro e mezzo di acqua radioattiva fuoriesce dai reattori e finisce in mare. Le catastrofi naturali e gli errori umani sono difficilmente controllabili. Ritorna l'incubo Cernobyl. E sugli impianti si stende l'ombra del terrorismo. Greenpeace ammonisce Enel sui suoi pericolosi investimenti.L'industria nucleare giapponese, la TEPCO, ha taciuto l'incidente per cinque ore, poi ha sminuito le sue conseguenze. Non è la prima volta. Altro esempio recente di mancata trasparenza è l'incidente alla centrale nucleare di Kummel, in Germania, lo scorso giugno. In quel caso i responsabili hanno negato i problemi causati dall'incendio, mentre l'autorità nucleare tedesca ha ammesso i malfunzionamenti che hanno messo il reattore a serio rischio.Eppure oggi si continua a investire sul nucleare. Non è in questo modo che salveremo il pianeta dai cambiamenti climatici. Costosa, lenta da costruire e anti-economica l'energia nucleare dovrebbe essere eliminata come alternativa per ridurre i gas serra. Lo dimostra il recente rapporto di Greenpeace "I costi economici del nucleare".Il problema non è legato soltanto alle nuove centrali nucleari, ma anche - e soprattutto - agli investimenti che vengono fatti per prolungare la vita di vecchi impianti inevitabilmente insicuri. Per questo Greenpeace è fortemente critica sugli investimenti nucleari di ENEL a Mochovce, dove verranno completati due reattori sovietici di progettazione degli anni Settanta, senza guscio di protezione da eventi esterni. Altamente rischioso è anche il progetto nucleare sovietico di Belene in Bulgaria, in zona sismica.