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Post N° 39

Post n°39 pubblicato il 16 Febbraio 2007 da nature.alive
 

Far entrare in vigore leggi a favore dell’ambiente in Amazzonia non è mai stato un compito facile. La situazione peggiora se la maggior parte dei fondi stanziati da enti locali, statali e federali vanno prima di tutto ad attività sociali, economiche e didattiche, e non necessariamente a quelle ambientali. Ciò risulta evidente dal numero insufficiente di persone preposte al rispetto di queste leggi indispensabili al controllo della vasta regione di aree protette del paese.

Nello stato di Acre la copertura di ranger, su un’area equivalente al 50% del territorio italiano, è spesso scarsa: la pattuglia forestale (Pelotao da foresta) della Polizia Militare di Stato dispone di soli 20 uomini. Sidnei Lucas Santos fa parte di questo gruppo e sostiene che il numero di uomini è assai lontano dall’essere soddisfacente. ”È semplicemente impossibile - dice - rispondere a tutte le richieste di uno stato come questo con così pochi uomini”. I compiti della pattuglia forestale sono vari e vanno dal combattere il taglio illegale degli alberi, gli incendi, la caccia e la pesca illegali, fino al fornire assistenza a quelle persone che hanno perso le loro case in seguito a catastrofi naturali quali alluvioni e frane.

Le guardie hanno spesso grosse difficoltà nel raggiungere alcune regioni di Acre. Durante la stagione secca si avventurano sulle lunghe, spesso non asfaltate, strade in veicoli 4x4. Ma quando comincia la stagione delle piogge, l’unico mezzo di trasporto per raggiungere la maggior parte delle aree protette è rappresentato da piccole imbarcazioni. La pattuglia deve inoltre combattere contro gli interessi economici dei gruppi più potenti, in particolar modo i contrabbandieri di legname e i rancheri illegali.

“Questo è il motivo per cui in Brasile, e specialmente in Amazzonia, a far rispettare le leggi ambientali devono essere i poliziotti, con uniformi e pistole” spiega Sidnei. Anche la vita privata per queste guardie forestali è difficile. “Spesso, quando sono in missione, non vedo mia moglie e i miei figli per due o addirittura quattro settimane di seguito. Tuttavia, questo fa parte del mestiere. Per essere un ranger in Amazzonia, bisogna amare veramente il proprio lavoro”.

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