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Le trenta centrali più inquinanti d'Europa10/5/2007 - Il WWF ha stilato la classifica delle 30 centrali elettriche europee più inquinanti in termini di C02, responsabile dell'effetto serra: c'è anche quella di Brindisi
Il WWF ha scelto le 30 centrali più “sporche” d’Europa in base alle emissioni assolute di CO2 (milioni di tonnellate di CO2 prodotte ogni anno), e poi le ha ordinate per “inefficienza” calcolando le emissioni relative durante il processo di produzione (grammi di CO2 per Kilowatt ora). Il triste primato va alle centrali greche Agios Dimitrios e Kardia (entrambe di proprietà della DEI, l’azienda elettrica pubblica greca), seguite a breve distanza da cinque impianti tedeschi (quattro dei quali appartengono al colosso RWE). Ma anche l’Italia ha il suo posto d’onore: la centrale ENEL di Brindisi è al 25 posto per le emissioni relative, ma sale al nono posto se guardiamo alle emissioni assolute, con i suoi 22,8 milioni di tonnellate di CO2 prodotti nel 2006. La maggior parte degli impianti incriminati si trova in Germania e Gran Bretagna (10 centrali ciascuna) e sono solo 4 le compagnie responsabili della maggior parte di essi: più della metà dei 30 impianti analizzati, infatti, fanno capo a RWE (Germania), Vattenfall (Svezia), EDF (Francia) e EON (Germania). Tutte le centrali sono alimentate a carbone (le prime dieci utilizzano una lignite ad alta emissione di CO2) e in totale hanno emesso 39,5 milioni di tonnellate di CO2 in più rispetto a quanto previsto dalle regolari concessioni. Le emissioni di CO2 sono ormai riconosciute come la principale causa del riscaldamento globale del nostro pianeta e l’utilizzo del carbone ne favorisce l’aumento. Per questo, il settore elettrico deve liberarsi del carbone al più presto L’Unione Europea deve raggiungere il proprio obiettivo di ridurre del 30% le proprie emissioni entro il 2020 e può farlo solo attraverso una revisione della direttiva sul mercato delle emissioni, che deve essere più severa e più efficace. Non possiamo accettare un settore elettrico dove i più sporchi sono anche i più ricchi. L’UE deve garantire che solo chi taglia drasticamente le emissioni di CO2 delle proprie centrali elettriche possa essere premiato”. I prossimi vent’anni offrono all’Europa un’importante opportunità per ridurre drasticamente il livello delle emissioni nel settore elettrico. Entro quella data, infatti, la maggior parte degli impianti più inquinanti dovrà essere dismessa. Se le vecchie strutture saranno sostituite da altre centrali a carbone, saremo bloccati ad altissimi livelli di inquinamento per i decenni a venire (con una riduzione massima possibile di emissioni pari al 21,3% entro il 2030). Ma se si sceglieranno alternative pulite, come il gas naturale o ancora meglio le energie rinnovabili a emissioni zero, potremo finalmente avviarci verso una economia a basso tasso di anidride carbonica, e la “sporca trentina” potrà ridurre le proprie emissioni fino al 54,4% con centrali a gas e fino al 79,1% con le energie rinnovabili. “La sostituzione delle vecchie centrali a carbone con nuovi impianti analoghi è un’azione assurda oltre che antieconomica - - sottolinea Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia - Per scongiurare concretamente gli impatti dei cambiamenti climatici dobbiamo fare di tutto per mantenere alti i livelli di riduzione, scegliendo una strategia di transizione che esalti il ruolo strategico delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica. Serve una seria e urgente politica energetica europea che garantisca lo sviluppo di nuove tecnologie in tempo utile per riqualificare in maniera intelligente e sostenibile le vecchie centrali elettriche inquinanti”. Oggi dobbiamo puntare sul risparmio energetico, su impianti a ciclo combinato calore-elettricità, su nuove tecnologie sicure e sostenibili di cattura e immagazzinamento di anidride carbonica (cabon capture and storage – CCS), su una massiccia produzione di energia rinnovabile nell’eolico o nel solare, eventualmente importandola per alcune aree europee dall’Europa meridionale e dall’Africa settentrionale. La classifica del WWF si basa sui dati 2006 del Registro Europeo delle Emissioni inquinanti realizzato dalla Commissione Europea, disponibile online (eng.) > |
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