Semplicemente Io...

Post N° 952


Oggi, non so perchè, riflettevo sul concetto di pazienza applicato al mio caso. Sono giunta alla conclusione che io devo essere nata già paziente. Ricordo che già quando avevo 6 anni mia madre mi invitava a portare pazienza e a dare il meno fastidio possibile perchè mio padre "non stava bene". Era necessario pazientare quando lui faceva le sue sfuriate, aspettando che prima o poi esaurisse la sua rabbia e tutto tornasse alla normalità; era necessario aver pazienza quando lui si lamentava di tutti noi ed aspettare in silenzio che la smettesse; era necessario aver pazienza quando mio padre non parlava per giorni ed aspettare che gli passasse. Ho dovuto imparare a sopportare in silenzio ciò che accadeva intorno, ho dovuto imparare ad aspettare con speranza tempi migliori, ho imparato a tacere quando innervosirsi o abbattersi non serviva a molto. Mia madre è un esempio di pazienza fatta persona per cui credo di aver ereditato da lei questa dote. Il dover mostrare tutta questa pazienza non è stato fine a se stesso o inutile, mi è servita negli anni per riuscire a sopportare e superare tanti momenti critici. Non a caso qualcuno mi dice che il mio lavoro ideale è stare a contatto con la gente. Diciamo che attualmente con le due attività che svolgo, di pazienza ce ne vuole abbastanza, avendo a che fare tutti i giorni con centinaia di persone con bisongi, esigenze, caratteri e modi di fare differenti. La dose più grande di pazienza ci vuole sempre quando torno a casa la sera, quando, senza che a nessuno importi se ho avuto una giornata pesante o grattacapi o problemi al lavoro et similia, mi ritrovo a dover assecondare gli umori dei miei e ad ascoltare le loro richieste di cose da fare con loro o per loro, le loro lamentele etc. quando invece avrei solo voglia di chiudermi in stanza per conto mio. Ci riflettevo proprio stasera, quando preoccupata per l'esordio di domani (prime interviste ai disoccupati al Centro Per l'Impiego), in ansia per le cose poco chiare da tener presenti, nervosa perchè non sono riuscita a cambiare i turni scomodi al lavoro per la prossima settimana, ho dovuto sorbirmi dal babbo le descrizioni degli effetti collaterali che l'ultima cura che sta facendo gli provoca, la richiesta della mamma di accompagnarla mercoledì prossimo alle 7 a Napoli per una visita di controllo (l'unica mattina senza impegni dopo dieci giorni di ritmi allucinanti e prima di altre settimane senza tregua), la richiesta del fratello di spiegargli delgi sms che gli sono arrivati sul telefonino dalla TIM. Santa Pazienza, aiutaci tu!