Semplicemente Io...

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Mi mancherà sempre qualcosa. Sarò sempre in balìa dei potenziali momenti di smarrimento. Penserò sempre a tutte quelle cose che non abbiamo avuto il tempo di fare insieme ed a tutte quelle che, invece, abbiamo fatto in tempo a condvidere. Ci sarà sempre qualcosa che vorrei poter fare con te e qualcosa che vorrei raccontarti. Passa il tempo e le ferite sicuramente sono rimarginate, non sanguinano, non bruciano ma prudono. Prudono ogni volta che torna il freddo e mi ricordo degli ultimi inverni trascorsi con te, da quelli più "anonimi" a quelli più "strani", da quelli passati a sbuffare perchè venivi a svegliarmi sempre troppo presto al mattino, a quelli passati a cercare bicchieri rossi, confetti rossi, bigliettini rossi, a quello passato a cercare una spiegazione per la nostra presenza in quell'ospedale. Non è che non fa più male, fa male in maniera diversa. Ti penso, mamma, sempre di più ogni giorno che mi avvicina al 24 dicembre. Un giorno che vorrei e potrei vivere come quello in cui riprendermi l'infanzia che non ho mai avuto e che volevo, con l'albero, i pacchetti, le luci e la casa addobbata. Invece, non è altro che il giorno in cui, due anni fa, abbiamo saputo cosa ci avesse portato in quell'ospedale. LAP: fino a quel giorno credevo fosse una sigla che indicasse esclusivamente i Lavoratori A Progetto. Ho imparato che, in ematologia, significa Leucemia Acuta Promielocitica. Quattro anni fa, in questo giorno eri orgogliosa di me e di aver assistito alla mia seduta di laurea. Non immaginavamo neanche che potesse cambiare tutto. La morte di papà a settembre del 2007, la diagnosi della tua malattia a dicembre dello stesso anno, la tua scomparsa a maggio del 2008. Non so cosa mi abbia dato la forza di andare avanti e non so quanto ci sia ruscita sul serio. So, però, che se tu fossi quì con me mi diresti, come allora: "Spero che tu continui sempre così." Papà mi direbbe di nuovo: "Sono fiero di te." Io, stavolta, capirei quanto Amore ci fosse dietro quelle parole.