ImpossibleISnothing!

Ciao Lorenzo


La tua altezza non era sufficiente a racchiudere quello che eri, un amico, un confidente, una sorta di secondo padre milanese ed un fratello maggiore... ah sì è vero, eri anche il mio "capo", ma il senso di rispetto e di profonda fiducia non erano per nulla un derivato di questa gerarchia interaziendale, quanto del tuo modo di essere, responsabile ma leggero, paterno ma mai pesante, fraterno ma mai invadente, autoritario per empatia e sempre umile ed a disposizione del "Gruppo", di qualsiasi gruppo si trattasse, quello di lavoro, quello di gioco, quello familiare.Ci siamo conosciuti nove anni fa, il giorno dopo il mio arrivo a Milano, ed è stata subita fiducia a prima vista.Negli anni abbiam diviso tutto, partite di calcio, investimenti, serate, mangiate, racconti di vita sia di taglio profondo che più frivolo e leggero, sia le mie (dis)avventure sentimentali, che i tuoi discorsi ed i tuoi ragionamenti su tua moglie ed il modo di crescere la vostra splendida figlia.Poi è giunto il tempo degli interminabili tornei di poker, son tornate le vittorie sui campi di calcio... ed è proprio lì che hai deciso di andare via all'improvviso... ironia della sorte proprio pochi secondi dopo aver fatto ciò che ti veniva meglio: fare goal.Come ha scritto un collega, è stato l'ultimo goal. L'ultimo ma non il più importante. Perché il tuo goal più importante lo avevi già fatto con la vita, nel cuore di coloro con cui avevi condiviso il cammino.In questi giorni siamo rimasti spesso con i colleghi dopo il lavoro a ricordare aneddoti, situazioni vissute, ed in ognuna di loro c'era sempre un sorriso, una situazione buffa, una situazione allegra, vederti arrabbiato è una cosa che è accaduta davvero raramente (a dirla tutta, personalmente non l'ho mai visto, le uniche 2 volte di cui si ha memoria me le hanno dovute raccontare).Anche nelle situazioni difficili che pure sono capitate, mentre da un lato ti rimboccavi le maniche per darti da fare e risolverle, trovavi l'ispirazione per farci su un pò di ironia, una battuta che rasserenasse e distendesse l'ambiente e le altre persone coinvolte.Con noi avevi creato non solo un gruppo efficiente e armonioso di lavoro, ma anche una famiglia.Quella stessa famiglia che insieme a quella ufficiale ed a tutte le altre persone cui avevi allietato il cammino, ieri è venuta a porgerti l'estremo saluto terreno. E' stato il culmine dello strazio che in questi giorni ha pervaso me e le tante persone cui avevi segnato in positivo la vita. I tuoi insegnamenti già vivevano in me da tempo, ed ora se possibile saranno ancora più radicati.Voglio dedicarti queste parole, che ho scritto poco dopo che ci hai lasciati, ma che sono frutto di una parte di quel che mi hai insegnato tu:Non importa quando ce ne andremo,non importa come ce ne andremo,quel che conta è quel che facciamo ORA che ci siamo,perchè quando ce ne andremo, non resterà altro che quello.