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Quando il calcio torna ad essere "pallone"


Sono oramai anni, quasi una decina, che si parla dell crisi di identitą di questo sport, conosciuto 24 anni fa, manco a farlo apposta i primi ricordi (molto sfumati) che ne ho, sono proprio i caroselli di automobili e lo strombazzare di clacson conseguenti alla vittoria mundial in terra iberica nel'82.Poi la passione č cresciuta in mezzo alla strada, il rito della "colletta", ognuno metteva chi 50, chi 100 e chi 200 lire per arrivare all'ambita cifra delle 2000, necessarie per comprare quella sfera arancione, il "super Santos", che apriva i cancelli dello stadio... gią, la strada er il nostro stadio, due pietre a terra per ogni lato erano le porte, qualche gesso rubato a scuola per tracciare il campo sull,asfalto di un parcheggio o di una strada poco trafficata e via... e poi il tutto non si fermava nemmeno in estate, anzi, si attendeva che l'ultima person andasse via dalla spiggia per poter fre degli ombrelloni le nostre porte, a volte si sperava in giornate non eccellenti che facessero desistere la gente dal fare un tuffo a mare per avere  disposizione il nonstro stadio estivo...Poi con l'adolescenza, qualche soldo in pił in tasca, arrivava la conquist di un'ora di campo in affitto, porte che sono porte, uno spogliatoio tutto per noi, fare la doccia subģto dopo giocato (per la gioia dei genitori, salutisti o meno) piuttosto che dopo aver fatto trascorrere diverse ore.Il passo successivo, č quello dei tornei, non pił le clssiche "sfidette" tra le squadre di quartiere, ma cominciavano i nostri "mondiali"... per la prima volta al posto delle classiche squadre fatte per "somiglianza di colori" delle magliette, delle divise vere, per non parlare di palloni veri, non pił il pur cari "super Santos da 200lire" (che intanto era aumentato a 2'500... e va bbeh) l'oratorio di una chiesa, un parcheggio di camion andato in malora i campi principali, porte costruite artigianalmente con legno e chiodi dai partecipanti stessi, reti chieste ai pescatori che ce ne davano di inutilizzate, e pronti a rattopparne eventuali buchi, come arbitri qualche illustre pensionato di quartiere che aveva detto la sua in campi dilettantistici e via, man mano che le partite si facevano pił importanti, ai bordi del campo erano assiepate sempre pił persone, giorno dopo giorno c'era il passaparola tra amici, fratelli, genitori, anche professori a volte, e nelle fasi finali sembrava davvero un Maracaną, gente con telecamere, a volte anche essere nominati in coda ai notiziari sportivi delle radio locali.. il pallone pesava 20kg ad ogni passaggio, d ogni tiro, d ogni parata, per noi erano palle importanti, le cose che si fcevano con facilitą durante le nostre partitelle, sembravno diventare di una difficoltą insormontabile, ma la sera a casa dopo una partita, oppure la mattina prima di giocarla, l'adrenlina scorreva a fiumi nel nostro corpo, erano emozioni vere, autentiche, pulite.Poi sono arrivati i soldi a volontą nel pallone, a farlo diventare calcio, partite in TV a volontą, amici che non venivano a giocare, o non uscivano perchč "c'č la partita in TV" da vedersi da solo... ed, ina ambiti pił "grandi", c'erano i pił bravini che magari giocavano in qualche squadra, ad avere il "veto" da parte delle societą di poter giocare al di fuori della loro squadra, "perchč loro valevano", e perchč se li avessero "beccati" li avrebbero cacciati fuori.. Non meraviglia quindi a me, e con me a chi lo sport, qualsiasi esso sia, lo ha appassionato sul campo piuttosto che sulla poltrona, che man mano che si "cresceva" di livello si andava sempre pił sgonfiando il pallone, e gonfiato quel pentolone (da riempire di soldi) camuffato da esagoni bianchi e neri, chiamato calcio..Da parte mia, per fortuna, il pallone č sempre rimasto pallone, anche quando il tempo a disposizione non era pił quello della scuola (ricordo ancora che a volte quando sapevo di avere appuntamento con gli amici nel pomeriggio per giocare, cominciavo a fare i compiti per casa nell'autobus che mi ci riportava dalla scuola), nei tanti tornei fatti, tanti amici conosciuti, amici veri che poi son romasti nel corso della vita, penso che spesso tramite lo sport sipossano stringere le amicizie pił vere, anche perchč quando fai sport vedi la vera essenza delle persone, il vero carattere di una persona, la grinta, la voglia di sacrificarsi, l'anteporre i fatti alle parole, il sapere giocare per il bene comune (della squadra) al di lą dei protagonismi personali, non conta di quale sport si tratti e, nel caso del pallone, di qunto siano buoni i piedi.Ed anche nell'ultimo periodo fuori casa della mia vita, č stato grazie allo sport, tennis, calcio, footing e corse sui kart, che ho avuto modo di allacciare amicizie, consolidarne altre, e tornare a vivere esperienze "pionieristiche" a livello emotivo, come lo scorso anno, quando con un gruppetto di amici conosciuto proprio tramite qualche partitella grazie al mio ex responsabile, rispetto a me avevano molta meno esperienza, non avevano mai partecipato d un torbneo "vero" se non come comparsa, ed in maniera davvero incredibile siamo giunti alla vittoria, superando squadroni di gente che si allenava anche 3-4 volte la settimana.. mentre il nostro allenamento preferito era il sorso della birra media oppure la forchettata allo spaghetto...Anche settimana scorsa, ho vissuto un'altra bella esperienza, una cosa mai nemmeno immaginata, la "24 ore", palla al centro alle 17 e 30 del sabato, e via con partite intervallate di qualche ora l'una dall'altra, senza sosta anche per la notte, č stato bellissimo vedere 32 squadre accamparsi quą e lą per "rubare" qualche attimo di riposo, chi in macchina, chi in tenda, panni stesi quą e lą per non doverseli rimettere totalmente sudati nella partita successiva, insomma, l'aria del divertimento sopraffaceva quella, che pure deve esserci, della voglia di vincere.Ed un'altra atmosfera "atipica" l'hanno fornita le partite pomeridiane della nostra nazionale, per un paio d'ore proiettori e mega-monitor al plasma dell'ufficio non sono serviti a mostrare presentazioni ed a segnalare malfunzionamenti, ma a mostrarci le immagini dei nostri azzurri, ed a farci scoprire, tra un'imprecazione e l'altra per la partita, che il collega dell'ufficio accanto che solitamente viene solo a lamentarsi per malfunzionamenti non č tanto insopportabile, e che la carina ma bisbetica collega del piano di sopra non č poi tanto insopportabile come sembra, e che il mega-capoccia che vediamo sempre con la faccia imbronciata alla fine con 2 battute lo vedi sorridere come un ragazzino..Sono proprio queste partite le uniche "importanti" rimaste che avvicinano il calcio al pallone, dove i soldi contano meno, dove i calciatori giocano per vincere puttosto che darsi alla "caccia alla velina", oppure al contratto mega-milionario, dove si pensa pił al rettangolo di calcio che ai giornali di gossip, dove invece che aggiustrsi il cerchietto dei capelli in testa si pensa a buttarla dentro..Proprio questa sembra "la volta buona", l'estate giusta per dare una bella martellata a quel pentolone, e chi lo sa che all'interno, non ci sia ancora nascosto un pallone...