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Creato da nayma.e il 16/05/2009
un pò di me
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Post n°38 pubblicato il 14 Ottobre 2010 da nayma.e
.....Anita aveva 13 anni e gli occhi di una tigre. ....Michela aveva 5 anni e una sorella gemella che non capisce perchè lei se ne sia andata all'improvviso. Paolo è nato nel giorno in cui il suo Paese è in festa, Chissà se la stella che ha portato giù Paolo, è la stessa che ha portato su Michela. Ciao stelline belle. Benvenute in questo Mondo, e in questo Cielo...... Emilia |
Post n°37 pubblicato il 13 Ottobre 2010 da nayma.e
Ti amo Papà.Perchè siamo identici in tutto.Carattere forte e cuore di burro. |
Post n°36 pubblicato il 12 Ottobre 2010 da nayma.e
... Vorrei sapere chi,chi l'ha inventata la stronzata del "quando meno te lo aspetti". Quando meno te lo aspetti non succede un cavolo di niente.Quando meno te lo aspetti non esiste. C'è sempre qualcosa da aspettare. Aspetti la metro, per andare all'università. E quando sei all'università, aspetti che passino in fretta le dannate ore di lezione. Aspetti di essere grande abbastanza per prendere la patente. Aspetti di trovare un lavoro. E poi aspetti di tornare a casa dal lavoro, per abbracciare i tuoi figli. Aspetti il fine settimana, e una sana sbronza con gli amici. Aspetti i saldi. Aspetti lo stipendio. Aspetti la prossima puntata dell'ennesimo telefilm che si interrompe sul più bello. Aspetti di fare sei al super enalotto. Aspetti che il Napoli vinca due a zero contro la Roma ( e non aspetti invano ). Aspetti che la ruota giri. Aspetti che si chiuda la porta, così che possa aprirsi il portone. Aspetti che la giustizia faccia il suo corso ( e aspetti invano ). Aspetti che passi la tristezza.Aspetti che arrivi la gioia. Aspetti l'Amore...... Non è vero che l'Amore arriva quando meno te lo aspetti. L' Amore arriva quando sei pronto ad accoglierlo, quando non hai bisogno di stare con nessuno per essere felice, quando sei in equilibrio con te stesso,in compagnia di te stesso, ed allora acquista assai più valore la persona con la quale decidi di condividere la tua vita. Non siamo fatti per stare da soli. Siamo stati creati per essere in due. Siamo fragili frammenti di anima. Piccoli, microscopici pezzi di un antichissimo specchio che ci riflette solo per metà. Aspettiamo l'incastro perfetto. E inganniamo l'attesa con infiniti incastri imperfetti. C'è sempre qualcosa da aspettare.
Emilia |
Post n°35 pubblicato il 18 Febbraio 2010 da nayma.e
.....Non ci sono parole per descrivere il dolore, non ci sono perchè si fermano all'altezza della gola e vorresti tossire, vomitare, per dire qualcosa di sensato, quando tutto invece non ha senso, ed è per questo che le parole non escono. restano bloccate e le mandi giù, perchè le parole lo sanno, serebbero inopportune, inappropriate, inutili. sostituite dall'irruenza delle lacrime diventano più umane, alla portata di coloro che come te e più di te stanno provando dolore. un dolore immenso. un dolore innaturale.............. .........Nella tua stanza non c'ero mai stata, casa tua sempre affollata di presenze, sedute dappertutto, fuori al terrazzo, sul tuo letto, per terra.Un tuffo al cuore quando ho visto sullo scaffale il tuo braccialetto, quello uguale al mio. lo portavi sempre, sempre, l'ho visto lì senza il tuo polso. da questo, da questa cosa così piccola ho realizzato che non ci sei più, che non ti avrei più visto, nè sulla spiaggia d'estate, nemmeno sul lungomare d'inverno, nè altrove e in nessun altro tempo. Il tempo di decidere se salutarti così come ci è concesso l'ultimo saluto. Ti ho guardato da lontano e ti ho intravisto, tutto ben vestito, ti ho mandato un bacio con la mano...Mai avrei immaginato che quello era il nostro ultimo saluto.... E voglio ricordarti con la tua camminata strana che mi faceva ridere un po', con le buste piene di lattuga che ti dicevo "ma quanta ne hai comprata?", con la timidezza con cui ti avvicinavi alla bellezza della tua donna, come se camminassi ad un metro da terra. Eugenio, come in una commedia di Eduardo, resterai sempre col sorriso e il broncio dei nostri anni. Eugenio sei morto la sera in cui lo hai festeggiato. Oggi tutti i pensieri sono per te, e per la prima volta divento tifosa anch'io in una partita che non avresti perso per niente al mondo. ...E mentre cadono le lacrime,il mondo va avanti. E fuori il vento freddo sembra gelarti anche l'anima.... Sarai sempre nel mio cuore dolce amico mio. Emilia |
Post n°34 pubblicato il 03 Gennaio 2010 da nayma.e
Qualche giorno fa mi sono imbattuta nel solito maldestro tentativo televisivo di ridare dignità e speranza ai disabili. Come al solito non potevano mancare gli altrettanto soliti fenomeni da baraccone: l’uomo in sedia a rotelle che fa vela in giro per il mondo, la donna senza braccia che danza e dipinge, il cieco che fa lo scultore. Insomma mancava la donna barbuta e il nano e avevamo concluso con il circo di Baudo. Già perché, questa era la morale, basta un po’ di forza di volontà, un minimo di fede, quella prevista per questo tipo di occasione, non sia mai che manchi, e da disabile diventi eroe. E mi sono tornati in mente i ragazzi down, mostrati a mo’ di fenomeno appunto, da Costanzo e dalla Defilippi. Anche lì si ribadiva che sono ragazzi come gli altri, che fanno una vita uguale agli altri e così via dicendo. Naturalmente non si parla mai in queste situazioni dei problemi dei disabili, dell’inciviltà delle leggi statali, di una vita fatta di lotte prima con la malattia e poi con la burocrazia. La mia verità sui disabili è molto meno rosea: ho visto uomini e donne piangere per le umiliazioni perpetrate dai burocrati dell’assistenza sanitaria, diritti negati dietro un sorriso tra la compassione e il disprezzo, perché i disabili ci fanno paura, perché sono ciò che non vorremmo essere. In una società dove conta la velocità, la potenza, dove il superuomo striscia come latente ideologia, ebbene in questa società i disabili danno fastidio. Io ho visto la sofferenza che traspare dai loro occhi tristi, per un licenziamento in quanto non sei produttivo, per una passeggiata mancata perché troppe sono le barriere architettoniche, per un sentimento non corrisposto perché il malato non può amare, non può avere una famiglia sua, un’indipendenza, negata spesso dalla famiglia d’origine prima e dalla disoccupazione poi. Questo è il mondo dei disabili, gente che è costretta a vivere con 250 euro al mese di assegno di invalidità, cifra che non basta nemmeno a comprare le medicine. E potrei continuare a parlarvi delle file interminabili negli ospedali, della maleducazione e arroganza di chi pensa di tenere il mondo nelle sue mani perché è sano e non si accorge che la realtà è che l’uomo è fragile: oggi è toccato a lui, domani potrebbe toccare a te. E poi, immancabile, ti spiattellano in faccia che loro si che hanno tanta gioia di vivere. Certo o t’imponi la gioia di vivere o ti fai gasare. È vero anche che la malattia ti da una consapevolezza in più, che impari a dare valore alle cose con maggiore saggezza, che gioisci delle piccole cose, a volte proprio perché le grandi ti sono interdette. Allora non posso più stare ad ascoltare certe cazzate, perché è più facile andare in barca a vela che mantenere una famiglia su una sedia a rotelle. La Tv dovrebbe insegnare,far capire e dire le cose come stanno....ma la gente vuole solo sorrisi e speranza.Poi,però,esce e c'è la realtà. Agli amici dell'AISM Emilia |
Inviato da: lucisferst
il 09/03/2013 alle 09:32
Inviato da: NON.IOIO
il 04/09/2011 alle 05:12
Inviato da: christian.barattin
il 03/09/2011 alle 23:32
Inviato da: polinesiano_62
il 24/08/2011 alle 08:00
Inviato da: nonpiu
il 18/08/2011 alle 15:53