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A PROPOSITO DI…PAPI!

Post n°84 pubblicato il 12 Marzo 2013 da nefertiti704
 

giovanni paoloII

 

Non voglio parlare del prossimo Papa, né di quello che si è dimesso, né tanto meno dell’oscurantismo in cui la Chiesa perpetua, né dei suoi  preti pedofili, né delle segrete  quanto nefaste operazioni dello IOR, né del divieto becero di usare i preservativi, né dell’impossibilità ad un divorziato di prendere la Comunione, né del disprezzo verso gli omosessuali..
Io voglio solo raccontarvi ciò   che ho provato nell’incontrare  Papa Wojtyla nel lontano   23 marzo del 2003  nell’udienza pubblica a P.zza San Pietro. Dopo tale incontro avevo  buttato giù degli appunti sulla mia Moleskine..oggi per caso li ho riletti e ho deciso di rivivere  con voi   un’emozione.  La mia.

‘’In attesa di ricevere la tua benedizione attendevo il cenno del prelato che m’avrebbe condotta al tuo cospetto.  Apostolo nel mondo, ero ansiosa d’incontrarti, incantata dal gesto ieratico col quale benedicevi l’uno e molti. Giunta a Te dinanzi, mi sono genuflessa ma non ho chinato il capo.. per essere certa dell’esistenza di Dio, dovevo guardare i tuoi occhi e in essi, colmi d’infinita misericordia, ho visto riflessi i colori di tutti i popoli del mondo. Lentamente hai alzato la tua mano e l’hai posata sui miei capelli.  Tale gesto  tenero di carezza, mi ha resto figlia. Eri il padre perduto nell’infanzia, eri il Porto dove ancorare la mia irrequietezza. Lui era in te . Ho preso la tua mano sfiorandola appena con le labbra, un soffio d’amore. Poi timidamente, ho deposto nel tuo  grembo un foglio: in esso parole mie contro la guerra e un grazie a te che, sicuro e forte, pur nella fragilità della tua sofferenza, puntavi il dito contro i potenti della terra chiedendo una sola cosa: PACE! Gesti nervosi e inanellati d’un cardinale vestito di viola hanno afferrato quel foglio. Il mio tempo era scaduto. Continuavo a fissarti senza riuscire a staccarmi dalla tua figura, dai tuoi sottili capelli bianchi, scomposti da un capriccioso venticello romano. Leggera una mano mi ha toccato il gomito. Era tempo per me di andare. Una foto ha fissato l’attimo. La guardo ora: nulla trapela. L’occhio annoiato del fotografo ha visto solo una giovane  signora di nero vestita che, deferente, bacia la mano di Sua Santità.
In quell’immagine non si nota il mio tremore di figlia, non si avverte la tua tenerezza, non è stato colto lo sguardo d’amore che tu mi hai donato’’.
Non dirmi che non ti ricordi di me Padre, or che l’abbraccio col Divino t’ha reso eterno’’.

 
 
 

..E ( CON VOI )...IL MIO VIAGGIO CONTINUA...

Post n°83 pubblicato il 11 Febbraio 2013 da nefertiti704
 

E…… IL MIO  VIAGGIO  CONTINUA…

 

                                                    Amiche e Amici carissime/i

 

Ho tentato di fermare il treno ma non mi è stato possibile… a volte programmiamo tutto fin nei  minimi dettagli.. certi che la nostra volontà basti a far sì che il mondo – tutto – giri intorno  a noi …poi ci rendiamo conto che nulla possiamo se la Vita ci mette davanti a  situazioni impreviste e allora… continuiamo a stare su ‘quel’ treno sperando che la fermata  giusta -  alla quale poter finalmente scendere - arrivi il più presto possibile…

Leggendo i vostri affettuosi commenti e saluti mi è venuta alla mente una storiella orientale che ho deciso di raccontarvi perché  potrei averla scritta io tanto credo nel valore dell’Amicizia:

 

‘’’Moltissimi anni fa, un giovane e ricco uomo di stato si trovava in una missione diplomatica. Una sera, mentre sostava nei pressi di un fiume, udì il suono seducente di un liuto. Egli stesso musicista appassionato, estrasse il proprio liuto e si mise in cammino, sinché scoprì un capraio seduto tra vecchie rovine. A quei tempi gli aristocratici non si mescolavano alla gente del popolo, ma grazie alla musica i due uomini strinsero una grande amicizia e suonarono insieme con la stessa facilità con cui l’acqua sgorga dalla  sorgente. Da allora tutti gli anni l’ambasciatore e il capraio si ritrovarono per festeggiare la loro amicizia e, sebbene nel corso dei restanti mesi entrambi avessero molte  occasioni di suonare con altri, ogni volta  si ripetevano di avere trovato l’uno nell’altro la contro parte ideale. Per molti anni l’ambasciatore cercò di sollevare il capraio dalla sua condizione di povertà, ma questi rifiutava caparbiamente: non voleva inquinare l’amicizia con il denaro. Un giorno l’ambasciatore dai capelli ormai grigi si recò al luogo d’incontro convenuto, ma per la prima volta l’amico non c’era. Cercò allora di suonare da solo ma riuscì unicamente a produrre una melodia sconsolata. Finalmente qualcuno arrivò a dirgli che l’amico era morto di fame durante una recente  carestia, notizia che lasciò l’ambasciatore in una grande tristezza. Sapeva di avere sempre avuto il denaro necessario a salvare l’amico ma – ironia della sorte – aveva anche sempre compreso e rispettato il suo valore di essere umano. In preda allo strazio, spezzò il liuto:’’ora che il mio amico se n’è andato, per chi suonerò la mia musica?’’…

 

Ecco la vera Amicizia è un’armonia molto rara.  Per chi è veramente legato anche dopo lunghi periodi di separazione … la stessa  sarà ancora VERA  come il primo giorno.

 

Grazie a tutti voi e  con la speranza di poter tornare  quanto prima a leggere e commentare i vostri Post…vi abbraccio con affetto.

                        La vostra amica, Mapì

 

 
 
 

BLOG IN PAUSA

Post n°82 pubblicato il 17 Dicembre 2012 da nefertiti704

viaggio

 

Carissime/i Amiche e Amici

sto per intraprendere un  viaggio... non so ancora la durata dello stesso. Una cosa è certa: non conoscendo i Vostri volti porterò nella mia valigia, a farmi compagnia, tutte le  parole che così affettuosamente mi avete regalato sia nei commenti che nei messaggi.

È stato bello camminare ‘insieme’ per le vie del web.

 

Buona Vita a tutti voi e

serene Feste.

 La Vostra amica Mapì

 

 
 
 

BALLETTO ONIRICO

Post n°79 pubblicato il 11 Dicembre 2012 da nefertiti704

danza

 

Pareti bianche illividiscono la notte

il sonno cerca occhi che non sono  miei

e scie di pensieri sfarfallano nel buio.

 

Azzurre le finestre in Tunisia

rossi i geroglifici d’Egitto

turchesi gli scialli delle donne d’India.

 

Un drappo di seta nera t’accarezza il corpo

ondeggia il mio ventre sulla tua maschia ombra

ma pietra ingrigita tu non lo trattieni.

 

A lenzuola di freddo colorate

attorciglio i miei sensi e la mia insonnia.

Svapora l’alba chiara e  rabbiosamente

io ti lascio andare.

 
 
 

OMBELICO

Post n°76 pubblicato il 02 Dicembre 2012 da nefertiti704
 

candele

 

Rosso aquilone prigioniero delle mie mani

paventavo i tuoi viaggi striati di schegge colorate.

 

Quante volte il tuo pianto d’uccello ferito

ha fermato il mio volo d’addio.

 

Ora so, sento e non posseggo

tutto è in affitto nella casa della Vita

 

e tu sei la Rosa del mio tempo.

 

 
 
 
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