La penna stride sul foglio intonsosi ferma, cancella, riscrive, ristagna.I pensieri sono gomitoli di filo spinato,grumi rugginosi che non si decidonoa germinare in linee di colore blu.Annoiata m’osserva una luna stortairride alle mie paure e si dilata pallida.Perché non parlare di te astro argentato?No, altri t’hanno già ammantato di parole.La penna negromante scava nelle rughe di cellule sbiadite, logorate, inaridite.Agogna lemmi intonsi e smagliantima i cassonetti sono colmi di banali versi.Aspetterò domani. Forse l’angelo Jezaelguiderà la mia mano e scriverò di marevele, sole, onde, e rami scarlatti di coralloe dipingerò poesie con pennellate di colori.