Nuvole di scrittura

Il fantasma del Padre


 Quando la luna snoda i suoi capelli e illumina d’argento le serali coseio indosso la mia rabbia e i miei gioiellie piano mi ripeto le tue fiabe, le più ascose.Da quel  viaggio che ti ha visto solo andarelasciando me  bambina innamoratain  ogni uomo che nell’esistenza m’ha lambitaho inseguito orme di te, per forse amare ma non mi son legata.Mi spirava la carezza tua nel  declino della serala  tua  voce  roca e la tua  chitarra che  musicava  l’insonnolita neniadella mia preghiera.Padre,mio fenicottero danzante nella zona   eternain quest’aria fruttata  che sa di primaverastruggente mi pervade la stanchezzaor che il tempo, sterrando di grinzela mia pelle e la mia menteha detto la parola fine alle mie notti insonninella   ricerca vana di lucciole doratecon il tuo profilo.Quella figlia ai primordi reclinatavuol solo poggiar la   testa sulla tua maschia spalla e dirtidolcemente appassionata che in nessun uomomaiha ritrovato l’eco allegro della tua risata.