Sorella, ore di latta, gatti, bottoni, preghiere e zoccolihanno cucito la nostra infanzia slegata.Cemento in bocca, abbiamo perso schegged’anima e di pelle. Una madre maschia ci hatrasfuso il dovere, l’assenza d’un padre il dolore. Sorella, per adagiare nel solco della tua mano tesacoriandoli neri di gocciole salate e silenziose, memorie dolenti da svellere come malapianta. Ingiorni In giorni ammantati di pece, l’Altra era vento solarea dissolvere la polvere cosmica di adulti spettri. Sorella, favilla a proseguire il sentiero dell’adolescenzairto d’aguzzi sassi. Tatuaggi vermigli su cute bambina.Fiori di pesco in una landa arida, s’intrecciavanole nostre mani per divenire scudo d’acciaio controi risucchi malsani d’aliene piante carnivore. Sorella, per stabbiare un presente che è già futuro, nonvaghiamo ancora nella ricerca dell’Isola che non c’è.Inseguiamo le sirene d’Ulisse per naufragare smemorinella pozza inargentata della Dea della Dimenticanza.Noi due. Insieme.