Nuvole di scrittura

LA ‘COSA’


 La bambina aprì piano la porta della sacrestia. Nulla le piaceva del Collegio dove qualcuno l’aveva depositata e subito dopo dimenticata; ma quel luogo aveva suoni e scricchiolii sinistri che da sempre l’angosciavano. Comandata dalla Madre Superiora, era stata costretta ad obbedire. Si guardò intorno con circospezione e nel lieve chiarore delle candele lasciate accese da chierichetto, percepì una presenza. Terrorizzata si guardò intono e la vide.  Nell’angolo opposto alla porta, la ‘cosa’ era lì. Rattrappita su se stessa. In quel chiarore malato, i suoi occhi piccoli, rossi di sangue rappreso, dardeggiavano.  Danza macabra di fuoco.  Appena l’ebbe vista, la ‘cosa’ cominciò a saltellare forsennatamente da una parte all’altra della sacrestia. Sulla sua testa completamente rasata, disegni di vene grosse, dure come fili di ferro e viola come i paramenti sacri usati dal prete in Quaresima.  Il naso quasi inesistente, si mangiava la bocca grande, senza labbra; una ferita tra le due orecchie lunghe e appuntite. I denti irregolari e aguzzi pronti a mordere. La lingua spessa, mobilissima e scura, usciva ed entrava dalla bocca inalando aria con un sibilo acuto e lacerante.  Aveva mani tozze coperte da uno  spesso strato di peli. Vello di pecora scuro e ricciuto. Unghie lunghissime, giallastre e ricurve: artigli per azzannare. La ‘cosa’ fluttuava da un lato all’altro della sacrestia, come in cerca e, nel farlo,  emetteva suoni gutturali cupi, strozzati. Lamenti di animale ferito. Senza mai togliere gli occhi di dosso alla bambina la ‘cosa’ con un salto le fu accanto .Non la toccò ma il puzzo di rancido unitamente a quello di carne bruciata che emanava dal suo corpo investì in pieno la bambina che svenne.Quando si riebbe la ‘cosa’ non c’era più ma la bambina comprese con terrore che ‘quella’ cosa se aveva rubato l’anima! Per sempre!(Questo mio  mini racconto è stato pubblicato nel gioco-gara del blog di Lady Juliette che aveva come tema: l’Anima.)