Dolente, svuotata dell’Ioinquisivo la Sfinge dagli occhi pietrosimentre la nebbia dorata occultava antiche menzognecon arabesche volute. Lei presagiva di me più dei grassi prelatied i falsi profeti incrociatinei vicoli bui dell’infanzia. Leggeva su pagine d’ambradella sfiorata pazziae vedeva l’angelo Yezaeldispiegare le ali di blu coloratea vegliare la donna che sola danzava nel prato. Era Leila realizzazione del CentroLei della mente l’approdoe ai suoi piedi, chino il capoho deposto il mio dono:lacrime bambine, gocce di cristallo intrise di veleno. (La Sfinge non è l’enigma è la risposta) Jean Cocteau