nelBUIO

in nome del padre


Liberami dai peccati signore di questi sbagli,Mostrami i dettagli di palmi con calli e tagli,Benedici questi frutti di alberi avvelenati,Da concimi, diserbanti e uomini sotterrati,Guidami in sotterranei viscidi come rane,Sotto mosca bambini stan secchi mangiando rame,Prendi per la mano l’africa che ha fame,Dai futuro ad un mondo che sta per crollare,E la mia letterina di natale come da infante,Non voglio un pacco grande ma solo più speranze,Per vedere il domani con più ottimismo,Senza il finto perbenismo e il totalitarismo,Cancella il fascismo il razzismo e la lega,E il male che ci piega ogni sera in discoteca,Che ci lobotomizza davanti alla televisione,Porta la rivoluzione del cuore che sposa la ragione,Legalizza il frutto di jà e dacci la pace,Manda chi governa male carbone all’antrace,Rendi sterili gli sbirri che vogliono punirci,Senza un reato ma solamente per zittirci, Rappo così la mia preghiera per domani,Versi criminali, versi senza pari,Rappo con la mente avvolta dalle spire,È la mia preghiera ad un dio che non mi può sentire, Ho un mostro dentro che mi chiama ogni momento,A stento lo trattengo morde da spavento,Quando mi addentro nei recessi della mente,E vedo indecenze e ne divento cosciente,Quando canto niente davanti ai miei soci,Mischio versi feroci insieme a mille voci,Sono i morti nelle strade fatti dai carabinieri,Dal governo a cui cedi i pieni poteri,Dai massoni delle industrie e delle fabbriche,Stampano ferro e plastiche e ti pagano in lacrime,Sono un cancro che prende il cuore della nazione,Io mischio la mia voce a quella di chi gli si oppone, Rappo così la mia preghiera per domani,Versi criminali, versi senza pari,Rappo con la mente avvolta dalle spire,È la mia preghiera ad un dio che non mi può sentire, È un altro giorno in paradiso,Dopo che m’ hanno ucciso,Muto come l’ acca ma tocco il cielo con un dito,Mi hanno steso dritto freddo sull’ asfalto,Un numero perché venivo sempre dopo un altro,Una vita a fare code tra medico e poste,Tra fabbriche e le posse ma a stare sempre al fronte,Come in trincea vidi compagni cadere a schiere,La droga e il dovere contro i vizi del potere,La mia gioventù bruciata dal fuoco della codardia,Così sia io poi scelsi la mia retta via,Cresciuto in una provincia sfamata dal piglia piglia,Se uno cade porta giù chi gli si appiglia,Ogni giorno nuovi corpi rattoppano i solchi,Impalati uno sull’ altro come oro in lingotti,Sono le piramidi del terzo millennio dopo cristo,Io steso sul cemento è tardi se non reagisco, Rappo così la mia preghiera per domani,Versi criminali, versi senza pari,Rappo con la mente avvolta dalle spire,È la mia preghiera ad un dio che non mi può sentire,