UN PO' DEL MIO

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SALVIAMO LE FOCHE ! Aiutaci a salvare queste meravigliose e innocenti creature del mare. Cuccioli e mamme sono il bersaglio dei cacciatori, che ogni anno a partire dal mese di marzo, sulla Costa est del Canada massacrano centinaia di migliaia di animali indifesi. I cuccioli vengono uccisi per la loro soffice pelliccia, gli adulti perché considerati erroneamente i responsabili del depauperamento delle risorse ittiche e del declino degli stock di merluzzo. Tra marzo e aprile i cacciatori, armati con bastoni, arpioni, pistole e fucili massacrano più di 350.000 foche artiche. Questa barbara pratica è giustificata anche perché considerata tradizione e patrimonio culturale. Il grande B. Shaw diceva: “nel nome della tradizione si commettono i crimini più atroci”. In molti, forse, pensate che la crudele caccia alle foche in Canada sia terminata negli anni ottanta. Purtroppo non è così. Il 2003 è stato l’anno nel quale si è verificato il più alto numero di uccisioni degli ultimi 150 anni: ufficialmente sono state massacrate 308.000 foche! Sebbene la caccia commerciale alle foche sia stata bandita nel 1983 dopo che l’Unione Europea ha vietato la vendita delle loro pellicce in Europa, il massacro non è MAI finito. Anzi, negli anni successivi il Governo Canadese ha fortemente incentivato e finanziato la caccia anche attraverso sussidi statali. Attualmente la principale ragione per cui vengono brutalmente uccise è che sono state e sono a tutt’oggi erroneamente ritenute le principali responsabili del declino numerico dei merluzzi. Ma come confermano i ricercatori, la causa della diminuzione degli stock di pesce è dovuta allo sfruttamento eccessivo e sconsiderato delle risorse ittiche negli ultimi 50 anni. Così il Governo Canadese, accusando le foche, ne giustifica il massacro e contemporaneamente non assume efficienti misure per una “corretta gestione” della pesca. Il massacro continua a causa della competizione per la pesca e si individua quindi il vero problema politico che è alla base di questo triste fenomeno: l’ambiguità del Governo Canadese e la mancata ferma opposizione di tutti i partiti politici, compresi quelli ambientalisti locali.